Thursday 31 December 2009

new year's eve...

Ecco qui Sunshy, quella che va sempre controcorrente. Saggia e un pò snob, come ha detto il mio papà. Che alle porte del 2010 (mancano 10 minuti) invece di essere in giro a far festa, è sola e scrive sul blog. Questa è la Sunshy che mi piace. Quella a cui non gliene frega niente. Che se ne sbatte.

Ho il mio bel Chardonnay, ora. Australiano del 2009. Novello. E una Marlboro light. E poi le parole, che mi stanno guidando verso un nuovo anno. Un anno che non mi interessa sapere come sarà. Ma chissenefrega. Se tanto poi va tutto bene. E tutto male. Comunque.

Chiaro che aspetto il momento in cui, forse, riuscirò a raggiungere la Topina. Dopo 5 giorni di lavoro quasi non-stop, tengo ganas de ponerme hasta el culo, conio, pero esto es lo de siempre. Nothing new sotto gli ulivi.

E poi c'è Facebook. Ed i miei genitori connessi. E' un bel momento. Non uno di quelli in cui pensi: "Cazzo, mi piacerebbe essere da un'altra parte!"..Quindi, I don't fucking complain, i just take my notebook and i'm gonna enter a new post in my damned blog!!

Cheers! Happy new years, folks!!!!!!!!

Tuesday 29 December 2009

MESSA DI NATALE

Lividi neri sul collo,

macchie di sangue sul guanciale,

il dolore degli arti a farmi ricordare

di come una notte

sul mio cammino apparve un animale.

M’afferrò per i capelli,

la testa contro al muro,

ha squartato le mie cosce

ed in me è entrato, duro.

Mi ha amata,

frustata,

coccolata,

strangolata;

m’ha afferrata,

sbattuta,

riempita

e poi annientata.


In bocca ancora il sapore del suo cazzo,

addosso del suo sperma l’odore

e tra i miei capelli permane il sudore

dolce ed acido

a penetrare il mio olfatto.

Mi rimbombano in testa

le poche sue parole,

il suo rivolgersi a me

come fossi la sua troia.

Mi dava ordini

su come muovermi,

mi scuoteva, trascinava:

una bambola malleabile,

vittima e carnefice delle sue voglie avide.

Il membro prepotente,

i gemiti febbrili,

le mani calde,

impazienti,

violente,

insistenti,

inappagabili ma appaganti.

Goduriamente strazianti.

Ed io,

satura di lui,

esplodevo di me;

invasa dai fluidi dell’amore

obbedivo zitta,

tormentata dal miscuglio

di pena e piacere

che pochi mi hanno saputo donare.

Dormimmo poi abbracciati

come teneri amanti,

come bimbi innamorati

per poi svegliarci

smarriti ed un poco spaventati,

imbarazzati.

Mi sono alzata,

tornando in silenzio verso la mia vita.

Ed ora,

ora ho lividi sl collo,

macchie di sangue sul guanciale

ed il dolore degli arti a farmi ricordare

l’apparizione di te, animale.

Vorrei mi ricantassi

la tua Messa di Natale.




Saturday 12 December 2009

Forse sono come lei

Ho lasciato il lavoro, un'altra volta. Ero stanca di vendere il mio tempo e regalare sorrisi a chi proprio non se li meritava.. Mi sono spinta all'estremo, fino a quando proprio non ce la facevo piu' ed ho lasciato che qualcosa facesse click nel mio cervello. Ho goduto delle prime giornate di liberta', assaporando ogni minuto, felice d'essermi scrollata il peso di un lavoro non adatto a me (ormai nutro consistenti dubbi sull'esistenza di una professione che lo sia), che scandiva i miei ritmi biologici con prepotenza capitalistica.
Poi, piano piano, l'ansia e' nuovamente sopraggiunta, le insicurezze sono emerse, le riflessioni sulle strade che si aprono e chiudono di fronte a me. Avendo momenti vuoti il mio cervello si scatena in poco proficue ponderatezze sul vivere.
Penso troppo e mi viene la nausea. Quella sartriana, quella dettata dall'incapacita' di stare al mondo con serenita'. Affiora la mia repressa consapevolezza della vanita' dell'esistenza.

Che triste la condizione dell'essere umano, che ha bisogno della trappola dei futili impegni quotidiani per evitare di riflettere sull'inutilita' della sua presenza su questa terra, e che triste personaggio sono diventata io, una ventisettenne in bilico in questo teatro dell'universo, alla vacua ricerca di un temporaneo equilibrio. Io, che aspiro ad una dimensione difficile da interpretare addirittura ai miei occhi. A me che avanza tutto. Non so perche' inserisco progetti nei miei caotici piani della settimana, per non pensare probabilmente. Sono stanca di scrivere tabelle di marcia che non sono interessata a rispettare, di ricevere telefonate, emails, messaggi, di avere gente che continuamente bussa alla porta. Non voglio andare alle feste, ne' a musei, ne' concerti. Gli autobus mi fanno venire l'ansia, sono pieni di gente che non capisco, che torna da fare centinaia di spese mentre il mondo muore di fame. E di tristezza.
Io voglio solo leggere. E scrivere.
Sono le due uniche cose che mi danno conforto, che mi danno pace e fermano un poco il mio cervello da questo incessante croggiolarsi.
Ma anche questo e' triste.
E' triste constatare che appena metto fine alla tortura emozionale del lavoro, sprofondo in una depressione che mi morde l'anima lentamente; appena smetto di vedere persone per obbligazione non riesco neppure piu' a godere delle relazioni personali.
Mi chiudo nel mio guscio di libri e pensieri e mi disgusta il mondo.

12 /12


Miro el mundo desde afuera y me parece simplemente perfecto, me encanta!
Hoy todos parecen felices en esta esquina del mundo, los colores son muy bonitos, hay mucha luz, brilla mas que nunca hoy. La musica es dulce y las sonrisas alegres en este bar del este de Londres. Todos y todas, pero todos y todas, son guapisimos y amables conmigo, hay mercadillo hoy, mucha arte a mi alrededor. Estoy rodeada por cosas preciosas, lo que quiero esta aqui delante de mi.

Si solo pudiese tomar parte en ello, si no me sintiera tan miserable, tan fea, tan vacia, tan perdida, tan acabada...

Saturday 28 November 2009

TULIPS


I didn't want any flowers, I only wanted


to lie with my hands turned up and be utterly empty.


How free it is, you have no idea how free-

TULIPS, Sylvia.

ANXIELYTIC

SEI IL CATTIVO DEL RACCONTO,
IL BULLO DELLA CLASSE.


LA TESTA DI CAZZO DA EVITARE, IL FIGLIO DI PUTTANA CHE MAI AVREI PENSATO DI VOLERE AL MIO FIANCO.


EPPURE, SEI IL MIO STUPIDO ANSIOLITICO.

Sunday 22 November 2009

Sylvia. Again and again, 'Cos she's my muse and my myth


"When you give someone your whole heart and he doesn't want it, you cannot take it back. It's gone for ever".
Sylvia Plath

One of the few whose words send me shivers up and down my spine when I read them. Thank you, Sylvia.







Pic by
www.poetryfoundation.org

Wednesday 18 November 2009

IL PROGRESSO

"Osservero' il progresso da lontano, per esserne affascinato e non coinvolto", dice una canzone dei Tiromancino.

Invece io, io ci sono in mezzo fino al collo, nel progresso. Altro che osservatrice distante, con fare scientifico. Ne ho zozze le mani, di progresso. Ne sono vittima e carnefice, di questa croce e delizia di piaceri, ingiustizie e contraddizioni....

Wednesday 4 November 2009

GENERAZIONE X


Noi della generazione x, y, w e z.


Noi, che adoriamo i classici, li centelliniamo come vino DOCG; noi, che selezioniamo lemmi aulici da amalgamare al peggiore dei gerghi. Noi, che leggiamo Celine e Mann e Goethe, pero' poi amiamo Bukowski e la Santacroce.


Noi, che abbiamo Lauree e un Master e una dozzina di corsi di specializzazione e parliamo 3 lingue e mezza, ma non ce ne frega un cazzo di un lavoro decente, di uno stipendio buono, di una professione degna e fissa. Sarebbe come morire dentro, tutta questa stabilita'.


Noi , che ci spaventa la serenita'. Che potremmo tenere in pugno tutto e non vogliamo nulla.


SOLO CHE CI LASCINO IN PACE.

Wednesday 21 October 2009

VOLUNTARY TORTURES 2

SONO DONNA

Ho taciuto:
sono riuscita
ad ascoltare il mio corpo.
Gridava,
strillava,
gemeva
per quelle mutilazioni inflittegli.
Credevo di curarlo,
lo stavo reprimendo.

VOLUNTARY TORTURES…or the bizarre ways in which women suffer in the name of beauty.



*THINKING ABOUT ANNETTE MESSAGER*

Il mio esserne partecipe ispira la mia riflessione. Partecipe delle torture inflitte al mio corpo. Non sono sciocca, né ambigua. Sempicemente rappresento le due facce della medaglia. Sono vittima e carnefice, sono la rivoluzionaria e la reazionaria, la suora e la puttana, la madre e la figlia, il sesso sadomaso e l’astinenza, la salute e la malattia. Se non ne fossi partecipe ne sarei al di fuori e questa riflessione sul corpo femminile non mi tangerebbe. Rimarrei solo a guardare. Ridendo. Ma invece mi fa male perché so ciò che vuol dire, perché vi sono in mezzo fino al collo, perché affondo in questa sabbia mobile che é il canone estetico ogni volta che mi dimeno per uscirne. Perché il mio corpo lo abito io, ma lo vedono tutti gli altri, lo vivono, lo toccano e su lui influiscono.

Welcome to da West!!!

Benvenuti all’Occidente, al Nord. Benvenuti a London, la terra delle fantastiche opportunità.

Si, l’opportunità di lavorare, un extracomunitario, 75 ore settimanali, senza contratto, guadagnando poco più di quello che é uno stipendio standard. Ma certo, é lui stesso che lo chiede, di lavorare cosí tanto, perché ne ha bisogno, per mandare i soldi a casa, per aiutare la famiglia. Ma sei tu, il re del quattrino, figlio di puttana, che lo sfrutti. Tu che risparmi uno stipendio sulla pelle di un ragazzino.

Ricordo gli interminabili dibattiti sulla prostituzione; le opinioni sul regolarizzare la professione o meno perché vi sono alcune donne che lo fanno per scelta e dobbiamo rispettarle. Si, per scelta. Che strani concetti crea nella sua testa l’essere umano; come se con le spalle al muro ed una pistola puntata alla tempia, uno potesse essere realmente libero di scegliere!

ITS JUST RIDICULOUS!!

Della poesia e delle pene....

CHE ROMPO I CANONI, QUESTO E’ QUEL CHE SI DICE DELLE MIE POESIE.
SINCERAMENTE, QUESTA NON E’ LA MIA COSCIENTE INTENZIONE, NON E’ A QUESTO CHE PENSO QUANDO SCRIVO. IO SCRIVO E BASTA. ESPELLO CIO’ CHE HO DENTRO AL RITMO DETTATO DAL MIO CERVELLO.

PERO’ SI, DEVO AMMETTERE CHE SONO STUFA DI APRIRE LIBRI DI POESIE SCRITTE AL GIORNO D’OGGI CHE DECANTANO LA BELLEZZA DEI FIORI IN PRIMAVERA, DI CUORI FELICI DAVANTI STRUGGENTI TRAMONTI, UOMINI INCANTATI DAGLI OCCHI DELL’AMATA, ODI ALLA VITA. LEGGO ‘STA ROBA E MI SI RIMUOVONO LE OVAIE, MI CADONO AL SUOLO! MI SORPRENDO PERCHE’ SEMBRA CHE I MIEI CONTEMPORANEI VIVANO IN UNA SOCIETA’ DIVERSA DALLA MIA, MOLTO PIU’ ARMONICA ED IDILLICA DI QUELLA CON CUI OGNI GIORNO SONO COSTRETTA A FARE I CONTI.
QUINDI, POSSO DIRE CHE IL MIO NON E’ ESATTAMENTE UNO SCONVOLGERE I CANONI. A ME PIACE LA TRADIZIONE, APPREZZO I CLASSICI, HO AMATO LEOPARDI, PASCOLI E MILLE DEI GRANDI, LI CONTINUO AD ADORARE ED E’ PERCIO’ CHE NON VOGLIO CHE I MIEI VERSI SIANO UN MERO, RIDICOLO SCOPPIAZZAMENTO DELLA PAROLE DI GENI PASSATI (ED ATTUALI). QUANDO SCRIVO PROVO AD ESSERE ME STESSA, A RIBALTARE NEL TESTO LA MIA CONDIZIONE DI GIOVANE DONNA NATA IN OCCIDENTE IN EPOCA MODERNA, CON I MIEI LIMITI E LE MIE IRRISOLVIBILI CONTRADDIZIONI, INVECE DI RIFUGIARMI DIETRO PRECETTI STABILITI SECOLI FA, CHE NON MI APPARTENGONO, AI QUALI NON SONO CAPACE DI ADERIRE NEPPURE CON IL MASSIMO DELLO SFORZO.


CREO, DUNQUE, IL MIO DI CANONE. E’ NECESSARIO DERAGLIARE SE VOGLIAMO CREARE QUALCOSA DI NUOVO. NON VI E’ PROGRESSO SENZA DEVIAZIONE DALLA NORMA!

Viaje y existencialismo

Debería ir a Italia mucho màs a menudo. En el viaje pierden tan de importancia los detalles de mi cotidianidad, las pequeñeces que me hieren cada día, que estas ràpidas escapadas a mi tierra natal se estàn volviendo en mi terapia. El viaje es el limbo temporal en el que ahogo las emociones màs impulsivas, es la tierra de medio donde no hay ganadores ni perdedores, ni víctimas, ni verdugos; y yo, yo vuelvo contenedor vacío que sòlo espera ser llenado otra vez. El viaje que se hace catarsis de mi alma, purificaciòn de mis derrotas, que deja descolorida la realidad anterior para que yo vuelva a pintarla con témperas nuevas. En la decontextualizaciòn radica la posibilidad de volver a respirar y yo vuelvo a mi nueva tierra adoptiva pura y cristalina.

Sulla riva del fiume Tamigi, mi sono seduta ed ho pianto


Sulla riva del fiume Tamigi, mi sono seduta ed ho pianto. Ho versato tutte le lacrime del mondo, le mie e quelle altrui, quelle amare di dolore e quelle dolci d’allegria. Mi sono seduta ed ho nascosto la testa tra le braccia. Ho pianto fino ad avere un’emicrania, fino ad impazzire.
Poi mi sono bloccata ed ho ringraziato. Ho ringraziato di poter vivere questi abissi di tristezza, altrimenti sarei una sciocca felice, ed ho ringraziato di poter avere i miei momenti di iper-superficialità, se no sarei una depressa senza scampo.
Mi sono bloccata ed ho ringraziato. Negli estremi sta il mio equilibrio.

La pesca

Il ragazzo
accanto a me
legge un quotidiano
sulla pesca.
Carpe e mangimi,
ami e spiedini.
Un quotidiano
sulla pesca.
Pubblicheranno
un giorno
un quotidiano
sul mio hobby prediletto?
Le paranoie di me stessa
.

....

Ci sono giorni come oggi, in cui il mondo decide di spiegare tutta la sua immensa bellezza davanti ai miei occhi ed io sono incapace di vederla. Sono troppo occupata a lamentarmi, a stare male per poterla afferrare. Il sole s’impegna a scaldarmi il sangue gelido, guardo Hackney, guardo la mia città fuori dal finestrino. E’ cosí bella, dovrei essere orgogliosa della mia vita qui.

Eppure, non sento niente.

A volte dimentico che...

Perché?
A volte non capisco l’universo e non capisco me che a tratti mi spengo, talmente impegnata a lottare per la mia “sopravvivenza” giornaliera che dimentico tutto il resto. Dimentico che ho tutto ed in abbondanza, dimentico che sono una pasciuta bianca occidentale i cui cari hanno lottato per dare il meglio in ogni momento. Dimentico che sono sana, bella, giovane, felice e perché no, ricca. Perché ricca sono, dato che ho un tetto, cibo, vestiti, acqua potabile ogni giorno. Dimentico che sono una donna libera, su cui nessun uomo ha il potere di vigilare, dimentico che ho potuto sempre prendere da sola le mie decisioni. Ed ho potuto studiare e lavorare senza dover lottare per questo. Dimentico che a una relativamente breve distanza da dove vivo, molte donne sono state uccise per aver preso una penna in mano, per aver imparato a leggere.
Perché dimentico tutto questo? Perché sono talmente intrappolata nella mia quotidianità da scordare che sono una PRIVILEGIATA? Perché sono cosí dannatamente egoista da perdermi nei miei triviali problemucci?
Intanto, per strada, la gente muore di fame. E non serve andare in India per vederlo. Nella stessa strada dove lavoro, dove vivono i miei grassotelli bimbi europei ai quali viene dato di tutto, non solo in abbondanza, bensí con esagerati sprechi, in questa stessa strada, molte persone mendicano. E non ha importanza perché, nessuna. Non sta a noi giudicare. L’unica cosa che conta é che migliaia di persone passano accanto a loro ogni giorno e li considerano semplicemente parte del panorama, come un semaforo, la vetrina di tal negozio, il bancomat. Ed io pure, a volte, tiro dritto. Perché ho fame, perché sono stanca e voglio andare a casa, perché ho freddo, per la pigrizia di mettere mano al portafoglio.
Che ridicola! Che stupido essere umano, uguale a questa stupida massa di persone che mi circondano. Che accettano il dolore, la cattiveria, l’indifferenza come parte della loro vita. Evitando di esserne gli agenti, forse, ma senza porsi troppe questioni. Perché é più facile perdersi nelle piccolezze della nostra routine occidentale. Ma bisogna reagire, non importa che ciò ci venga naturale o presupponga uno sforzo immenso. Bisogna fermarsi e pensare: “Questa volta non sarò indifferente, non più”

Monday 12 October 2009

....

Quando scrivo, parlo di me, in fondo. Di come la realtà filtra attraverso questo setaccio di mucose, pelle e peli, per poi trasfomarsi in mille realtà parallele.

GIRLS JUST WANNA HAVE FUN




PORQUE CINDY LAUPER SI KE LO HABIA ENTENDIO TO!!


Wednesday 7 October 2009

Non sei stato capace di darmi niente.

No pasa nada, Sunxy. Si solo es otra historia que se ha acabado inacabada. Sin empezar, actually.

Raccogli i cocci rotti, ma non disturbarti nel comprare della colla, tanto neppure la migliore sul mercato delle super attack aiuterebbe a riattaccare i pezzettini. Se non c'e' nulla da aggiustare.

Ho fatto sogni strani e per la prima volta dopo tanto tempo avevo un'assurda sensazione di vuoto al mio risveglio. Ho aperto gli occhi, una fitta sotto il seno sinistro ed il groppo alla gola. Mi sono svegliata stanca. Stanca d'una notte si' tormentata e stanca di girare in questo interminabile loop di relazioni insoddisfacenti e vane.

Che mi prosciugano.

Altri prima di te avevano seminato dolore, ma mai mi sono sentita cosi' vuota. Non sei stato capace di darmi niente. Neppure sofferenza.

SOLO SQUALLORE AL TUO RICORDO.

Che infinita, irrimediabile tristezza.

pensando a una frase di VALERIA PARRELLA

E' terribile. Frustrante. Questa sensazione d'inadeguatezza, di non essere all'altezza delle aspettative di un mondo che manco mi piace.

Tuesday 6 October 2009

Mi

sento


vuota.


Thanx. It is just your fault. You are such a

BASTARD.

Saturday 3 October 2009

Tuesday 29 September 2009

.... 2

LA GENTE HA GLI OCCHI TRISTI.

di COSA si è riempito il MONDO

SE NON C’E’ NULLA

CHE colmi IL cuore?

Monica Maggi

POETESSE ARGENTINE 3

[...]: él reniega de mí
y yo
sùbitamente envejezco.


Yo
La que sabía donde estaba el paraíso.


Saudade, Silvia Barei

POETESSE ARGENTINE 2

Che meravigliosa scoperta, le poetesse argentine. Adoro tutto questo, adoro scoprire nuove vibranti voci che cantano strofe nel mio cuore!!

TANTAS PALABRAS PARA QUEDAR EN SOLEDAD
PARA DEJAR CAER LO MEJOR DE CADA UNO
PARA BORRAR LAS BUENAS NUEVAS DE LOS MUROS.

QUE DIA DE TU VIDA ALBERGARA’ MI NOMBRE?
[...]
QUE EXTREMO DEL CIELO ME GUARDAS?

Dobles/ez, Silvia Barei

POETESSE ARGENTINE 1

Dev’essere davvero un altro mondo, il Sudamerica. Leggo poesie di Gioconda Belli, Maria Teresa Andruetto, Glauce Baldovin, Gigliola Zecchin ed entro in un’altra dimensione. Fatta di natura, di frutta matura, di piante e di cucina, di farina, fiori e dolci e spezie, di nonne vecchissime dai nomi improbabili, di magia, di donne vere, dee della fertilità e uomini piccoli e fragili da loro consolati.
Fotografie in bianco e nero spaccano il ricordo.

Leggo queste poesie che viaggiano ad un altro ritmo, che m’inducono a leggere più lentamente, a scandire le parole mentalmente. Queste donne che trasformano il più semplice gesto quotidiano in un’entusiasmante avventura, che risolvono la tristezza e le grandi catastrofi con poche parole: “Ieri ho fatto un dolce di pesche”. Perché si, in fondo, il resto non é poi cosí importante.

“Per averti snocciolo il tempo”

Quest’emicrania proprio non vuole smettere. Mi sta perseguitando dal momento in cui ho messo piede in terra natale. A volte, si affievolisce per poi tornare con forza annientatrice. Fitte che mi martellano i pensieri, che mi trapanano la membrana cerebrale.
M’interpello sull’origine di questa cefalea che m’assale con ripetuta insistenza. Ora, si sta espandendo alla zona posteriore, alla nuca ed ai suoi lati. Scenderà fino al collo, invadendo la zona cervicale con lievi, ma acute punture di spillo. E s’insedierà imperterrita per ore, fino a diventare parte di me.


Penso troppo, lo so. Un pensare sterile, un rimuginare gli eventi volendo predirre il futuro: il più distante ed il più prossimo. Non un riflettere razionale, bensí un arrovellarsi su fatti che non posso stringere in pugno, facendo progetti impalpabili, sognando il presente invece di viverlo, a volte. Affibbio a tutto ciò la causa delle persistenti cefalee.
Poi, vi penso meglio; esamino le condizioni atmosferiche, la latitudine, la longitudine, le temperature, la pressione e giungo ad un’altra conclusione.

È solo l’assenza di te.

Monday 14 September 2009

I WISH I WAS LIVING IN THE U.S. DURING THE 50'S...

Scrivere non è facile. O meglio, non è facile scrivere cose meravigliose, innovative, sorprendenti.
Per me scrivere è un pò una terapia psicoanalitica, è come se anche a me il mio psichiatra avesse suggerito di scrivere versi per arginare la follia. Per convivere con lei.
E scrivere mi ha salvato la vita ben più di una volta. Come fossi una poetessa confessional in ritardo di una cinquantina d'anni, praticando poetry therapy per poter rinascere. O per poter sopravvivere.

Ancor più difficile è farsi ascoltare (Everytime I say something they find hard to hear, they choke it up to my anger and never to their own fear...ANI DI FRANCO), farsi leggere, farsi amare, farsi capire. Impossibile poi, farsi conoscere. Ogni volta che qualcuno compra una copia del tuo libro, commenta una tua poesia, si connette al blog è una piccola estasi. E dà la forza di fare un passetto in più quando ormai eri in processo di gettare la spugna.

Onestamente, non ho la più pallida idea di che frutti voglio raccogliere dalla mia esperienza letteraria, a volte ci penso e non lo so, non traggo nessuna conclusione. Ma so che devo andare avanti. E' necessario. Il risultato è secondario.

Saturday 12 September 2009

TORRE ASTURA

Pic by Joey Faggio

Desidererei conoscere
la reazione
della tua
perfetta
diafana
pelle
a queste roventi stelle.

Diverrebbero
quell'efelidi
più brune?

Le tue iridi,
grezzo cristallo,
sopportrebbero
l'immensa luce?

Sotto
un cocente
sole
laziale,
il tuo pensiero
torna ad avvolgermi.

Anch'io annaspo nella permanenza.

La luce è diversa.
I suoni, imbambagiati;
l'odore, più forte.
Timpani confusi,
sinapsi lenta.
Attesa,
ricordi,
speranza.
Addii e riconcilii.
Desideri repressi.
Sollevo
questioni
su di te,
su di me, su di noi.
Esistiamo?
Siamo esistiti?
E' una parentesi aperta
o l'abbiamo
chiusa
in fretta?
Quanto durerà questo viaggio
dell'anima?
Ho un volo di ritorno
e nessuna certezza;

c'è una data evidenziata sul calendario:
potrei depennarla.
O ribadirla.
Cancellare il punto interrogativo
posto al suo fianco.
Potrei scriverti.
O no.
Sparire,
meticolosamente occultare
le mie tracce.
Chissà
se mi cercheresti,
se lo faresti con disperazione
o noncuranza.

Sei bello.
Ed ambiguo.
Iridi trasparenti
che celano segreti inaccessibili,
titubanza
e spregio.
Nascondono il sentimento
e rivelano bugie.

Cucciolo disperato
che dimentica in fretta,
che sbatte le ali confuse,
che va non per andare,
va perché non sa stare.

Pesce fragile.
Inquieto,
duplice,
volubile,
ambizioso.
Annaspa nella permanenza,
perde scaglie, il nascituro.
Infante
con diabolica perspicacia,
pagina di vita in fretta vissuta.

Ti rintani.
Che temi?
La verità non ferisce,
è solo saggia, se esiste.
La perfidia, schiettezza.
Non incespicare nei tuoi impulsi.
Resta
o fuggi.
Ma smettila di mentirti.

Delle parole e d'altri demoni.

Sotto il vostro portone, aspetto. Perché l'attesa si sta magicamente trasformando nella mia essenza.
Perché le parole sono fatti, al pronunciarle si materializzano veloci.
Suoni che diventano macigni, sillabe articolate che si fanno cruda realtà. Sintagmi che prendono forma, consistenza.
Riesco a vederli.
Quando verbalizzare è agire, affermare è creare.
Enunciati prepotenti.
Che forza ha, il linguaggio.
Può dettare marcescenza o esplodere in amore e colori fluorescenti.
Uno stesso lemma: glitter o polvere da sparo.

VENTIMILA LEGHE SOPRA I MARI...

La storia si ripete.

Ho appoggiato il mio sedere sul sedile di quest'aereo neppure un minuto fa. I sware. E la mia mente s'è già tramutata in un arrestabile, giocondo vortice di emozioni e progetti. Poesie, traduzioni, quadri, foto che s'affollano nella mia mente.
Quando spostarsi è prendere aria, rinascita temporanea.

Non posso fare a meno di paragonare il mio stato d'animo attuale a quello con cui partii a fine giugno. Allora, l'orlo della crisi di nervi, 2 mesi di quasi-depressione alle spalle, la paura di non farcela. L'impossibilità di vedere una via d'uscita. Un'esistenza che era un buco nero.
Ora, mi sento forte. FORTISSIMA. Ma non come la sono a volte, che mi sento dea in terra per periodi d'infinitesimale brevità per poi riatterrare comune mortale con uno schianto da paura. Ora mi sento forte-umana; cosciente delle mie debolezze, delle 1000 cose che non vanno in me ed attorno a me. Ma sento che ho la forza per cambiarle.
So d'essere un disastro vagante e so che ciò non può andare avanti a lungo anche se mi fa tenerezza questa bimba alla deriva che prova ad esser donna responsabile e non ce la fa. Questa ragazzina che va e rema e va veloce, ma mai sa dove sta andando; che ha perduto la rotta tanto tempo fa, che ha bruciato la mappa con il percorso da altri tracciato per raggiungere il tesoro. Ho boicottato ogni GPS, ho spento il motore ed ammainato le vele. Mi son buttata in acqua, che sia la corrente a guidarmi, ora.
Non ricordo in quale porto ho salpato l'ancora, non so in che acque sto navigando e m'è oscura la riva alla quale approderò. Ma non ho paura, preferisco le vibrazioni dell'ignoto alla frustazione di obiettivi sfumati.

Tuesday 8 September 2009

Hoy me he dado cuenta...que...

He intentando ser la mejor amante del mundo y he ahí donde ha estado mi fallo.

Giovane.

La cicuta è la sola cosa
giovane che resta. Te ne sei andato.

Anne Sexton.

…Al mio amante che torna da sua moglie

Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.

ANNE SEXTON


Oggi e' stata una giornata all'insegna della poesia. Prima le interviste, punto importante del mio timido esordio letterario, poi sono stata inconsapevolmente trascinata con allegria verso quest'oasi sentimentale di poetesse ammalianti. Questo angolo di metropoli che celava visi radiosi, gioia e speranza. Parole profumate. Al primo testo, la commozione. Al secondo, il sorriso. Al terzo, il sangue incandescente per la voglia di lottare. Al quarto, l'estasi. Era Monica Maggi, che incarnava una poesia di Anne Sexton, quella sopra citata, per l'appunto. L'ascoltavo e le leggevo le parole negli occhi.

Non riesco a dormire, adesso. Sento che domani sara' troppo tardi per perpetuare quest'entusiasmo acceso in me.

Monday 7 September 2009

YOU
AND ME,
A NO THROUGH ROAD,
HOPE GOT LOST
TIME AGO.

patience is genius (?)

Boarded the train there’s not getting off.

Sylvia Plath “Metaphors”

Non faccio progetti. Non mi piace vederli sfumare. Gli avvenimenti si susseguono ad una velocità impressionante e tutto cambia repentinamente. Ed io continuo a vivere veloce, alla velocità della luce. Ancora. Malgrado me lo fossi promessa, che sarei andata più lentamente. Malgrado mi fossi seduta, respirando profondamente.

Non é durata a lungo.

Di nuovo, voglio tutto e subito. E perfetto.
Di nuovo, mi sento soffocare se non ottengo cosa e chi voglio immediatamente, se non lo stringo forte tra le mani. Il fatto é che so che non starò qui a lungo, le cose scorrono fulminee, si evolvono subitanee ed io voglio vivere il presente fino a
strozzarmi. Come con te, non riesco a pensare a un poi, non mi interessa, so già che non ci sarà. Il nostro tempo assieme sta per scadere. E non te ne rendi conto. Credi che tutto ciò possa durare all’infinito, per questo non hai fretta. Ma io lo so, so che il nostro noi ha le ore contate; vivo più veloce perché ho una maggiore consapevolezza dei fatti. E quindi voglio semplicemente godere di te ORA, perché solo ora é possibile.

Domani é un altro giorno. Non sarò qui, e se ci sarò, non sarò la stessa.


MUERTE POR TRANSPLANTE

Todos los dias uno muere un poco
Pero hay dias en que uno muere mas que otros
Como hoy por ejemplo
[...]
Todos los dias amanezco con una pieza menos.

Gioconda Belli

hollywood just needs me...

Immagini false.
Regista
del sentimento.

Creo all in my brain.

Outside,
there is
nothing.

Soy la puta ama.

Mi merito un Oscar
per la migliore scenografia,
un Nobel
per le più complesse trame.

Friday 28 August 2009

Adiós abuelita



Hoy te digo adiós y me despido de tus besos, tus abrazos y tus caricias.

Seguro que el abuelo te está esperando con los brazos abiertos. Dale un beso de mi parte

Wednesday 26 August 2009

Friday 21 August 2009

E TU??

"E tu? Tu cosa fai nella vita? Cosa sei venuta a fare a Londra?", tutti mi chiedono.

IO SCRIVO POESIE E DIPINGO, rispondo
POI, NEL TEMO LIBERO PENSO A TROVARE UN MODO PER TIRARE AVANTI.

Sunday 16 August 2009

BLUMENWALZER

Potrei ascoltare Tchaikovsky per ore e giorni, The Nutcracker all’infinito, tra una poesia e l’altra, concentrandomi di fronte ad un quadro da finire...Quando la musica, la pittura e la poesia si fondono...

I JUST HAPPENED TO LOVE JAZZ

Ottone colorato,
vibrazioni d’asfalto,
le fiamme lontane
e la musica che avvolge.
Non v’è nessuno,
neppur chi aspettavo;
poi tutto si ferma,
per un momento.
Riprende più ardente;
io m’assopisco nell’attesa.
Rapido finisce,
l’aria colpisce,
gelida
e consolatrice.
Ravviva il torpore,
nutre lo spirito
e sulla via del ritorno
trovo il mio tesoro.

UN CHIMICO MI DISSE.

Tu hai la pelle chiara; io scurissima. I tuoi occhi, acqua ed aria; i miei, terra e fuoco. Tu sei il Nord, io il Sud. Tu sei puro ed angelicale; io conturbante. Tu sei razionale; io passionale, sentimento impulsivo e profondo. Tu CALCOLI tutto al millesimo; io neppure penso. Tu sei chiaro, preciso, cristallino; io una metafora v a g a n t e, ossimoro incostante. In te regna l’equilibrio; io sono un terremoto, ho la forza di un titano ed un vulcano: imprEvedibile, pericolosa. La tua passione è dominata da ferree regole MATEMATICHE; la mia scaturisce dalle budella, dal cuore, dallo stomaco. Tu sei prudente, avveduto, cosciente; io scavezzacollo, spericolata, kamikaze. Tu sei saggio; io pazza, pazza da legare.

Sí, poli opposti siamo, ma sono curiosa di vedere cosa potrebbe risultare da quest’esperimento chimico, da questa fusione confusa di acidi e basi.
Potrebbe generarsi un’esplosione letale e non rimanere nessuna traccia di noi; oppure potremmo dar vita alla più perfetta delle leghe, ad un materiale la cui possibile esistenza è sconosciuta ai migliori scienziati. Potremmo originare il più grande degli amori terrestri e la più felice delle creature o potremmo semplicemente subire la più grande delle sconfitte. Vorrei tanto poter portare a termine quest’esperimento; sono già pronta ad andare in laboratorio. Ho le provette in mano, la lente d’ingrandimento, il camice pronto, lavato e stirato. E tu? Hai voglia di entrare con me?

QUANDO VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE...

Non spalancare le tue labbra
ad un ingorgo di parole,
la tua bocca cosi' frenate
nelle fantasie dell’amore...
[...]

Dimmi senza un programma,
dimmi: “come ci si sente?”
[...]

Continuerai ad ammirarti tanto
da volerti portare al dito
FARAI L'AMORE PER AMORE
O PER AVERCELO GARANTITO?
[...]

Continuerai a farti scegliere,
o finalmente sceglierai?

FABRIZIO DE ANDRE'

Perche' diavolo, ogni volta che ascolto questa canzone, mi sembra che la stiano cantando per me????

TIEMPO DE ESPERA, AGAIN.

Yo ya tengo mi realidad, y me encanta. Mi pequeno mundo que nunca, nunca cambiaría por nada. Pero tú eres un trozo importante de esta realidad y necesito desconectar un poquito para no volverme loca por la ausencia de ti. Necesito un poco de aire para luego volver a mi mundo con las energías necesarias para poder existir sin ti. Entonces ahora salgo un poco, un ratito, para que esperarte me sea más leve.

ALL THAT JAZZ 3

Due sordomuti
di fronte a me.
Sono ad un concerto
di musica jazz.
Sarebbe stupendo
poter conoscere le loro interpretazioni
di questi meravigliosi suoni.

CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO

Chi l’avrebbe mai detto che è necessario lavorare su una relazione ancora prima che inizi davvero? Che devi metterci tutta la tua forza e la tua energia positiva affinché essa sfiori? Concimarla con amore ogni mattina al risveglio?
Tempo d’attesa, mai come adesso. Non so se sto impazzendo del tutto, ma è strano con te. Qualcosa dentro di me mi dice di aspettare. Che le cose si sgarbuglieranno, che tutto filerà liscio e sarà bellissimo. Ogni volta che ti rinfili nella mia vita proprio quando ho deciso di eliminare ogni tua traccia, sorrido e penso che non è casualità. Il caso non esiste. C’ è una forza superiore che sembra insistere affinché io non mi stacchi, perché è necessario che veda la fine di quest’avventura, che la viva fino all’ultimo, senza abbandonare la nave per la mia stupida impazienza. Mi hai già insegnato tanto, in così poco tempo. Che bisogna inseguire i propri sogni. Che l’amore è qualcosa su cui si lavora assieme poco a poco. Che non ami veramente qualcuno, fino a che non lo conosci nel profondo. Forse è questo ciò che mi lega a te, questo dover imparare. Che la pazienza è genialità, che correre è inutile, che chi va piano va sano e va lontano, ed io, invece, fin’ora ho sempre corso ai 200 all’ora e, God, quanti incidenti...

Me excitan los museos

Me excitan los museos,
esas salitas obscuras donde echan videos raros.
Sórdidos sonidos
y fluorescentes imagenes en las tinieblas.

El pensamiento de nosotros juntos aquí
me humedece,
inundación provoca
el placer que podrías darme.
Me siento:
mi corazón palpitando,
jadeando
miro
y fantaseo.
La pantalla en frente y tú
a mi lado
rozando mi rodilla,
que subes tu mano sudada
hasta mi sexo impaciente,
tu suspiro turbado invade mi oído.
Tu lengua se entrelaza con la mía,
tu cuerpo me presiona.

Tú dentro de mi
y la muchedumbre a nuestro alrededor,
mirándonos como si fueramos una performance más.

Apátrida en el corazón

Puedes ser viandante
allí donde albergas
y sólo peregrinar dentro de ti.

Yo
decidí hacer del viaje mi identidad,
quedandome apátrida en el corazón;
yo
perdí mis raices
para volver a encontrarlas en las vuestras.

Yo,
nomáda,
incapaz de estar estática,
incapaz de reposar.
Yo,
con la inquietud adentro.

No importa con que medio,
no importa donde:
mi vivir es desplazarse.

MUJER

Escalofríos.
Máscaras.
Naturaleza.
Droga.

Comida.
Sin salida.

Tierra.
Comunicación.
Espejos.
Obsesión.
Masturbación.

Marasmo.
Orgasmo.

Violencia.
Fetos.
Mucosas.
Mariposas.

Cuerpo.
Harto.
Materia.
Sangre.
Jaula.
Alma.
Amor.

Ganar,
perder,
Esto es ser mujer.

JUANAN

Adiós
moderno Ulises,
duende vagabundo
que no buscas Itaca
porque esa ya alberga en tus vísceras.

Adiós
aventurero de la buene suerte.
Siempre te sea leve el camino
y fácil infundir el amor
en el alma
de los amigos que errando encontrarás.

Adiós
guía de pasajeros momentos oscuros;
no puedo sentir tristeza al despedirme de ti:
hasta en el final abrazo
me contagiará la hermosura de tu espíritu.
Sonreiré
al verte desaparecer detrás de la esquina,
sabiendo que para siempre
llevaré conmigo esa huella
que en mi has dejado.

HUMANOS

No somos nada más que un acopio de cuerpos; posibles, potenciales cadáveres. Inútiles, tristes, derrotados cadáveres. Achuras a la deriva, aspirantes cuartos de buey en espera de nuestro temporal carnicero. Con ansiedad esperamos nuestro verdugo. Lo codiciamos y desdeñamos.

Sentados, esperamos.
Tumbados, esperamos.

Somos almohadas empapadas de sangre, somos amor, miedo y delirio, somos agua pura y agua estancada. Somos vermes y garzas, infundimos miedo y temblamos al vernos, al ver a los demás, temblamos al respirar. Damos asco porque somos incapaces de amar, incapaces de partirnos en trozos por los demás y a esos trozos renunciar.
Somos corderos que van a tientas en la oscuridad, pero no quieren luz. Somos puertas abiertas y ventanas cerradas, somos pánico, dulzura, fantasía, muerte.
Somos colores opacos, un cuadro sin perspectiva, somos el futuro y la anulación de la tierra, del mundo, de la existencia. Somos el Big Bang y el Apocalipsis, somos Dios y vivimos en el infierno. Estamos helados, mas no nos toques que te quemas, te ardes, te aniquilas y transformas en ceniza al contacto.
Somos fin, somos vida, somos pequeños, enormes y repugnantes. Tenemos los ojos tapados y los tobillos atados, somos libres y descalzos y con las hormonas confundidas.
Somos manchas de sangre que nunca se desvanecerán de tu camino; somos poesía, hándicap, terremoto y parálisis.
Estamos a la deriva, damos repugnancia siendo perfectos.
Somos rescate y destrucción.
La perdición.
La nada.
Somos humanos.

WORDS ARE MAGIC!

Una breve existencia
intentando aferrar palabras ajenas,
para descubrir que en tu lengua
te penetran más,
te desgarran
e invaden los capilares
para volverse parte de ti.
Quiero hacer mías
las palabras de este universo.
beberlas,
sentirlas en mi garganta,
escindirlas con mis encimas,
digerirlas
y luego defecarlas.
Quiero decantarlas
para hechizar
este mundo que huye de mi.

UN POBRE MUSICO MUERTO.

He vuelto a no sentir.
Anesteticé mi mente
y parece que al cuerpo
le haya gustado la idea,
a este cuerpo
que es una jaula.

Me estoy pudriendo viva,
quiero recobrar
mi peso humano,
mi densidad.

Soy un pobre músico muerto.

EL MIERCOLES POR LA NOCHE

ESTE POEMA ES PARA MUCHAS PERSONAS QUE, SIN
SABERLO, HAN GENERADO MI DESPERTAR, EN LA TOTAL INOCENCIA ME HAN ABIERTO LOS
OJOS SOBRE LAS MARAVILLAS DE LA VIDA. NO IMPORTA QUE MUCHO DE ELLOS YA NUNCA
ESTARAN A MI LADO, LO QUE SE' ES QUE AL CONOCERLOS, YO HE CONOCIDO OTRA
SUNXI!GRACIAS A TODO ARTEFACTO.

El miércoles por la noche
Lavapiés perfuma a libertad,
el aire está lleno de palabras mágicas
y el suelo se mueve a ritmo de guitarra.
Tampoco los coches son ruidosos,
al rato me parecen grillos
y los borrachos
cuerdos profesores de químicas campestres.
Los cubos son baules de madera
que esconden riquezas olvidadas,
pañuelos de cascabeles
y cartas de antigüas amistades.
Las colillas
me cuentan la historia de Pulgarcito
y me guían hacia mi pequeño refugio de chocolate y caramelos.

El miércoles por la noche
Lavapiés se parece a los sueños
que soñaba de niña,
donde las brujas eran buenas,
todos iban desnudos
sin las capas de la civilización,
donde crecían flores en el cemento
y con un sólo toque el asfalto se volvía multicolor.

El miércoles por la noche
vuelvo a casa más leve,
sueño más y duermo mejor,
pienso en vosotros,
sonrío
y me vuelvo más bella.
Me acurruco debajo de las mantas
y mi cojín se vuelve en un tiovivo de recuerdos e imaginación

ALMU

Guerrera
que mata con besos,
armas de tu alma esas manos largas.
Hada peligrosa
con risas metálicas
y abrazos de masa dulce.
Voz ronca de colores,
brisas suaves tus palabras.
Mirada que penetra,
hiere
y se escapa.
Batallera frágil,
que lucha con rifles de nata
y espadas de cartón.
En tu carcasa,
flechas de sabor a almendra
que a nadie tiras,
que guardas como tesoros
para sacar encontra de la tristeza.
Calzas zapatos de aire
y llevas alas de mármol
que te quitas al acostarte.
Tus dientes alegres,
mordiscos que se te clavan en el espíritu.
Hubiera querido conocerte más
bruja ligera,
matadora de la mala suerte,
chamana metropolitana.
Hubiera querido ser raptada
por tus tentáculos fluorescentes,
esconderme en tus historias.
Te vas,
te pondrás tus botas de marfil,
cubrirás tus pies libres con nuevos aromas
y entretejerás ropajes con sonrisas desconocidas
enhebrando perlas de amores lejanos.
Volarás alto,
duende acorazado de cascabeles;
volarás entre las nubes del deseo y de la alegría,
seguirás tu ruta,
y yo, la mía,
pero nuestros caminos,
te lo aseguro,
pronto volverán a cruzarse.

Tuesday 11 August 2009

El ombligo del mundo




Me he dado cuenta que existe un cable entre tu ombligo y el mio y si me da la gana: lo trenzo!

MISS YA, SISTA 2



and another one, one of my favourites, actually, COS THIS LIFE IS A FARCE I CANNOT BREATHE THROUGH THIS MASK, SO BREATHE ON LITTLE SISTER, BREATHE ON..

miss ya, sista...



A Sistersong for you, little sista, far away now, even if with you distance does not seem to exhist..

LA MIA LONDRA


Odio Buckingham Palace. E Piccadilly Circus. Oxford Street, cosí piena di gente, mi fa schifo; e non voglio salire sul London Eye, non me ne frega niente, non ci sono neppure mai passata vicino. Non ricordo dell’esistenza del Big Ben, né di Westminster o di Trafalgar Square. Mi da ribrezzo l’Underground, affollato, puzzolente e noioso.

Tutte queste cose non appartengono alla mia Londra.

La mia Londra è fatta di barche dai nomi fantasiosi abbordate lungo il Regent Canal, di biciclette variopinte, di orti tra il cemento, di caffetterie improvvisate tra le fabbriche, di fattorie urbane, mercatini di fiori, cibo vegano fatto a mano e vestiti riciclati, di jazzisti incantatori, bambini felici ed arte, pittori sorridenti, di amici con sogni realizzati e 1000 ancora in testa, di giocolieri pazzi.

La mia Londra non la trovi su nessuna brochure, nessuna guida.
La mia Londra la devi scoprire poco a poco, ogni giorno aggiungere un pezzettino a questo fantastico, enorme puzzle che sempre ti sorprende con la sua anomala, infinita bellezza.
La mia Londra mi sta regalando cosí tanto, che a volte penso che mai più mi muoverò da qui, da questa capanna dell’est circondata da tesori impolverati e visi amorosi.

Attraverso le onde sonore ed il meridiano di Greenwich.

Non ho voglia di cercare lavoro, oggi. Non oggi che Londra sembra essersi ricordata dell’esistenza dell’estate. Voglio sudare sotto il sole di Victoria Park, andare alla Nettie Horn e vedere il lavoro di Simon, poi fare hula hop. Voglio per un giorno tornare al mio mondicino di Sunxy In Wonderland, dove ci si dimentica di mangiare, i soldi non esistono e tutti cantano invece di parlare. Dove il primo gesto quotidiano é annaffiare le piante di un nomade giardino metropolitano e dove ci si addormenta grazie al soave cantico di poesie.

Si respira amore in questo sabato d’agosto, lo respiro anche se mi sento tremendamente sola, senza Nati e pensandoti a mille miglia distante, cucinando per qualcuno che non sono io, passeggiando accanto a qualcuno che non sono io. Addirittura io respiro amore, respiro il calore di quel nostro abbraccio infinito, di quell’arrivederci confuso e non portato a termine. Sento vive le pulsazioni dei nostri cuori ed il brontolio del tuo stomaco, sento le tue note sussurrate al mio orecchio, si ripetono costanti e non mi lasciano in pace.
Seduta sull’erba, gambe incrociate, prego, in questa maniera un pò strana come faccio spesso. Prendo fiato ed allontano le energie negative; ti mando il mio profumo attraverso mare, rocce ed alberi. Provo a comunicare con te, ti cerco attraverso le onde sonore ed il meridiano di Greenwich.

Dicono che chi ha Venere in Acquario é inaffidabile in amore, ma che i Capricorno quando scelgono, scelgono. E non a caso. Aspetterò.

Shedding that shroud

IT’S AMAZING ALL THE STUFF YOU CAN SEE WHEN YOU FINALLY SHED THAT
SHROUD

Ani Di Franco

Quando hai irrimediabilmente toccato il fondo, quando hai sfiorato il punto di non ritorno, quando il peso degli avvenimenti ti ha fatto agasciare al suolo, allora riemergi.
Lentamente.
Gli occhi avvolti da languida tristezza, ma felici; perché sai che ora solo puoi risalire, perché ormai non hai più nulla da perdere, perché hai messo tutto il mazzo in tavola.
Ora, tutto ciò che arrivi, ben venga. Quando non hai più nulla, le piccole cose riacquistano importanza. Il sole, un parco, una telefonata, una cena con amici, il sorriso di un vicino.
Esco di casa, sola, ho bisogno di me stessa, armata di carta ed inchiostro, as usual. Sono aperta all’avvenire, sgombra d’ambizioni, aspettative, richieste. Mi sembra arrogante avanzare pretese in questo momento della mia vita, assurdo accampare diritti quando io per lungo tempo non ho voluto dare nulla.
A braccia spalancate, aspetto il destino; a cuore aperto attendo l’imprevisto. Qualsiasi cosa gioverà a quest’anima in pena, qualsiasi tifone andrà bene per rinfrescare quest’acqua ristagnante.

CHE STRANO L’AMORE, L’UNICA NOSTRA FONTE DI SOPRAVVIVENZA E’ CIO’ CHE PIU’ CI AVVELENA.
People love me, adore me, they always call, they wanna see me. Its just me that I don’t love me, and you the one who never calls.

I don’t look lovely, as you said. I look sad.

ODIERNA DOMATRICE

Una lama
con forza ha squartato
sottile, debole
pellaccia.

Un piede
ha scalciato,
s’è fatto spazio
ed ha calpestato
fragili menzogne.
Le mie menzogne,
le mie verità incespicate,
le mie contradditorie sicurezze.

Una spina
s’è intrufolata
con silenzio felino
e leggerezza d’aspartame;
un virus letale
che m’accompagna alla deriva,
in questa discesa
agli inferi della creazione.

Un mago del suono
ha violato
la mia corazza di pienezza assolata,
ha sconvolto i canoni della mia ragione.
La luce ora filtra più libera,
dimentica d’un recente passato d’oscura quiete,
l’aria impregna le imbottiture
di funesta pece.

Ora, come fossi cristallo
devo avere cura di me,
vetro potente ed annientabile.
Annientatore.
Tsunami
delle circostanze,
kamikaze
cristiano,
pratico harakiri d’anime,
costantemente.
M’annullo e mi ricreo.
Indistruttibile
ed indimenticabile;
benedizione percettibile,
ma discreta.
Ti salvaguardo
come una specie in estinzione,
proteggo la belva feroce che sei
domando il fuoco
che accendi in me.

Monday 10 August 2009

Vuelvo en 5 minutos que tengo una cosa importante que hacer


Hay una mujer maravillosa de la que hoy ya no queda mucho más que un cuerpecillo pequeño y muchas ganas de irse al cielo. Mi madre hoy se estaba vistiendo para ir a visitarla.
Cuando salía por la puerta me he acordado de aquellos años de colegio cuando los viernes ibamos a su casa. Siempre nos preparaba un plato de palomitas (ponía su sartén con los granos de maiz y tapaba)...era todo un ritual, a mi me encantaba mirarla cuando las hacía y a ella le encantaba mirarnos mientras devorabamos el plato con las palomitas ya hechas. Nos contaba mil historias fantasticas de su vida. Mientras, mi madre iba a hacer la compra semanal a un mercado de abastos que hay justo al lado de su casa.
Nos dejaba con ella..y para mi era el momento mas bonito de la semana.

He sentido melancolia y muchas ganas de ir corriendo a abrazarla...

Friday 7 August 2009

There is not a creative crunch

Hay un barrio en Londres que tiene más artistas per capita que ningún otro.....

Some of the most musical, artistic, green fingered, sporty & delicious people in the world - live right here in Hackney Wick!!

...y este fin de semana pasado como ya anunciamos en nuestro apartado de Gigs, Theatre and more... tuvo lugar su festival: El anhelado Hackney Wick Festival.

Pudimos ver muchas de las obras que se crean cada día aquí, en este rinconcito industrial de la gran metropoli, disfrutar de grandes conciertos y exposiciones...y hasta vender nuestras producciones en el mercadillo del sábado.


19 galerias y 17 open studios participaron, asi como 17 eventos especiales, incluyendo el escenario de música en vivo de Main Yard...toda una ocasión además para divertirse y conocer a gente nueva.

Nosotras hemos descubierto además algo que de alguna forma ya sabiamos...además de artistas en Hackney Wick vive gente especial que hace de este sitio una GRAN comunidad...



Estais invitados...

Wednesday 5 August 2009

...

Maldigo la complicidad a resguardo, los instantes imantados, los minutos compartidos en el que el tiempo corre en contra, en el que sabes que es aquí, ahora y nunca más.

Like Alice, I do not give up...


Me acuerdo de un domingo de septiembre, cuando cerraba un capitulo e iba a abrir otro. Me acuerdo de unas tiendecillas hippie de la plaza Mayor, que entre ropa y objetos escondian verdades y previsiones del futuro. Abro un libro y huele a incienso y espiridualidad. Huele a una amiga que sufri al dejar y que no sabia que pronto iba a rencontrar.


Abro este libro que aparece entre mis manos como prueba tangible de la existencia del destino. Encuentro cartas en un cuaderno olvidado, cartas que encontre' para acordarme que la fortuna esta' todavia a mi lado, que me olvido de ser una priviliegiada, una valiente porque todavia se' enamorarme, porque' todavia se' amar. Porque amar es mi prioridad.


Abro el blog y me doy cuenta de lo afortunada que soy, de todo lo que tengo entre mis manos, me doy cuenta de cuanto soy estupida a veces, cuando me regocijo en esa patina espesa que con cuidado pongo sobre mis ojos...

Tengo suerte porque te tengo a ti, porque me miro alrededor y veo lo que estamos construyendo juntas y es tan, tan bonito que no se' como es posible que a veces se me olvide.

Tengo suerte porque soy uno de los pocos seres humano tan osados como para desayunar suenos, comer inspiracion y esperanza y arte y belleza y cenar amor.

Tengo suerte porque soy intrepida y no me importa el dinero, porque quiero vivir de mis palabras y mis pinturas, de mis amigos y mis amores..


A veces me deprimo un poco porque este mundo es muy dificil y quiere matarnos a los atrevidos, quiere darnos miedo para que no nos movamos, que sigamos en la palidez de la esclavitud cotidiana. Y yo a veces tengo mucho miedo, miedo de que me estoy equivocando, de que igual soy demasiado mayor para seguir viviendo como ALICE IN WONDERAND. Y me entran muchas ganas de cambiar, de rendirme y venderme, de hacerme hueco entre los canones.

Pero dentro de mi lo se' que la vida no es un engano, que, si tienes ganas de verlas, hay cosas maravillosas ..Solo tengo que cerrar los ojos para que en un segundo se me ocurran mil millones. Las primeras dos sois tu y el.

El hombre de pelo blanco


Esta mañana estaba esperando el tren en la linea 3 de metro. Linea amarilla. Eran las 07.30 de la mañana y apenas si podía abrir los ojos. Demasiado tiempo sin saber lo que es madrugar y ahora mi cuerpo necesita unas semanas de entrenamiento. Miraba mis apuntes sentada en un banco cuando un hombre de unos 70 años, andar descabalado y ojos amables me ha pisado sin querer. De repente he despertado y me he quedado mirando.
No pasa nada señor le decía a la vez que me pedía perdón. Ha continuado su camino.
5 minutos para que el tren llegara. Mi pensamientos eran que al final llegaría tarde, cuando el hombre ha vuelto sobre sus pasos con dos caramelos (de esos de menta que todos los señores que rondan su edad llevan siempre consigo como si existiese una ley que obligase a ello)...
Señorita, no dejaba de pensar que la he hecho daño...es mi manera de pedirla de nuevo perdón, aceptelos como muestra de que me ha perdonado....Los he cogido aunque le había perdonado aún antes de cogerlos...

Me he quedado pensando, recapacitando. Que poca gente existe como él...Muchas gracias caballero.