Saturday 25 June 2011

Quel 1.15£

Oggi sono andata a comprarmi uno shampoo.
Sono andata in una di queste catene inglesi, in un Boots. Prendo quello che, dicono, sia in offerta. Al momento del pagamento, risulta che il fatidico shampoo costa 1.15£ in più di quello che diceva il tagliandino. Si, ok stessa storia de sempre, non v'è nulla di nuovo sotto il sole, neppure sotto gli ulivi. Di solito sono di fretta, o troppo nervosa o troppo pensierosa, o troppo contenta per perdere tempo nel chiedere un rimborso di 1.15£. Di solito lascio stare, tanto che cosa cambia?
Ma oggi no, oggi non ho voglia di lasciar stare. Me lo faccio restituire 'sto 1.15£.

Esco dal negozio e mi butto in metro, dirigendomi verso il lavoro. Ci sono due ragazzi giovani (e belli) che suonano. Uno il cajon flamenco, uno dei miei strumenti favoriti assieme alla fisarmonica, l'altro chitarra e voce. Sono bravi. Decido di dare a loro quel 1.15£. Forse un altro giorno non gli avrei dato nulla. Eppure se lo meritano 'sto 1.15£. Vedi che un pound fa la differenza?
Loro sono contenti ed io ho un nuovo post.

E, dopo tanto tempo, sono tornata a credere che l'infinito è fatto di istanti.

( sono poi arrivata leggermente tardi al lavoro perché mi son pescata la fermata della metro mentre appuntavo questo pensiero sul mio quaderno, il che ha sciupato molto del romanticismo del momento..ma anyway...)

fiabe moderne


Sei stata una purificazione dopo tutto quel muco.
Bianca ed azzurra, ancora non so
se eri la Madonna oppure la Fata Turchina.

Il sale in terra,
il ghiaccio che si scioglieva.
Tu giacevi in attesa.
Ti strappavi l'anima a morsi
e legavi i capelli con dell'ortica.
Ti bagnavi d'idolatria
e sorridevi, spessa.

Che gentilezza, i tuoi occhi smarriti
affondati nel cotone!






pic: me, taken at ]performance space[.

Thursday 23 June 2011

Sapeva d'Irlanda


I polli morti, l'erba appassita, i tuoi rimorsi. La tua pelle secca, le mie dita intrappolate nel tuo cuore.

Le scarpe che hai lasciato di fronte alla mia porta sono vecchie ormai. Non le ho mai spostate, mi facevano paura. Mi ricordavano di te, così vecchio e stanco, così pericoloso. Così concavo.

E poi c'era lui che ti osservava come se ti stesse torturando, lui che godeva a vederti muto in quella gabbia bianca.

Chissà se sei uscito, se hai tolto gli stecchi dal cancello, se hai dato fuoco alle erbacce. Chissà se sei riuscito a piangere, una volta per tutte.





pic: dettaglio della performance di Alistair Mac Lennan, at ]performance space[ London, June 2011.

Tuesday 21 June 2011

alle 23.45

Che strano...
Domani sera mi sembra
così lontano...
e settembre così vicino....

Sunday 19 June 2011

Una performance fallita


Sembravi un cadavere
con le tue spalle bianche,
la faccia scavata
e quelle mosche che ti ronzavano attorno.
Sembravi
finta
e spacciata,
troppo ossuta per essere libera.
Non eri più figlia della luna,
la divinità in te affievolita dal peso del denaro.
Sguazzavi nelle secrezioni del rimorso
e calpestavi i resti di ciò che viene chiamato benessere.
Se mi chiedessero che ne è di te,
risponderei che ora sei un ragno nero
che disperatamente cerca di afferrare quelle mosche.
Se mi chiedessero che ne è di te,
risponderei che sei morta,
affondata nelle sabbie mobili delle circostanze.
Sei persa nella tua dimora,
sei sola tra la tua gente,
sei scomparsa in quella puzza di nitrato di sodio e solfato di rame
che ti sei tirata dietro.
Sei diventata loro senza mai essere stata tua.







pic of a graffiti by el ninio de las pinturas taken by me in Granada