Monday, 14 September 2009

I WISH I WAS LIVING IN THE U.S. DURING THE 50'S...

Scrivere non è facile. O meglio, non è facile scrivere cose meravigliose, innovative, sorprendenti.
Per me scrivere è un pò una terapia psicoanalitica, è come se anche a me il mio psichiatra avesse suggerito di scrivere versi per arginare la follia. Per convivere con lei.
E scrivere mi ha salvato la vita ben più di una volta. Come fossi una poetessa confessional in ritardo di una cinquantina d'anni, praticando poetry therapy per poter rinascere. O per poter sopravvivere.

Ancor più difficile è farsi ascoltare (Everytime I say something they find hard to hear, they choke it up to my anger and never to their own fear...ANI DI FRANCO), farsi leggere, farsi amare, farsi capire. Impossibile poi, farsi conoscere. Ogni volta che qualcuno compra una copia del tuo libro, commenta una tua poesia, si connette al blog è una piccola estasi. E dà la forza di fare un passetto in più quando ormai eri in processo di gettare la spugna.

Onestamente, non ho la più pallida idea di che frutti voglio raccogliere dalla mia esperienza letteraria, a volte ci penso e non lo so, non traggo nessuna conclusione. Ma so che devo andare avanti. E' necessario. Il risultato è secondario.