Me he dado cuenta que existe un cable entre tu ombligo y el mio y si me da la gana: lo trenzo!
Tuesday, 11 August 2009
MISS YA, SISTA 2
and another one, one of my favourites, actually, COS THIS LIFE IS A FARCE I CANNOT BREATHE THROUGH THIS MASK, SO BREATHE ON LITTLE SISTER, BREATHE ON..
miss ya, sista...
A Sistersong for you, little sista, far away now, even if with you distance does not seem to exhist..
LA MIA LONDRA
Odio Buckingham Palace. E Piccadilly Circus. Oxford Street, cosí piena di gente, mi fa schifo; e non voglio salire sul London Eye, non me ne frega niente, non ci sono neppure mai passata vicino. Non ricordo dell’esistenza del Big Ben, né di Westminster o di Trafalgar Square. Mi da ribrezzo l’Underground, affollato, puzzolente e noioso.
Tutte queste cose non appartengono alla mia Londra.
La mia Londra è fatta di barche dai nomi fantasiosi abbordate lungo il Regent Canal, di biciclette variopinte, di orti tra il cemento, di caffetterie improvvisate tra le fabbriche, di fattorie urbane, mercatini di fiori, cibo vegano fatto a mano e vestiti riciclati, di jazzisti incantatori, bambini felici ed arte, pittori sorridenti, di amici con sogni realizzati e 1000 ancora in testa, di giocolieri pazzi.
La mia Londra non la trovi su nessuna brochure, nessuna guida.
La mia Londra la devi scoprire poco a poco, ogni giorno aggiungere un pezzettino a questo fantastico, enorme puzzle che sempre ti sorprende con la sua anomala, infinita bellezza.
La mia Londra mi sta regalando cosí tanto, che a volte penso che mai più mi muoverò da qui, da questa capanna dell’est circondata da tesori impolverati e visi amorosi.
Attraverso le onde sonore ed il meridiano di Greenwich.
Non ho voglia di cercare lavoro, oggi. Non oggi che Londra sembra essersi ricordata dell’esistenza dell’estate. Voglio sudare sotto il sole di Victoria Park, andare alla Nettie Horn e vedere il lavoro di Simon, poi fare hula hop. Voglio per un giorno tornare al mio mondicino di Sunxy In Wonderland, dove ci si dimentica di mangiare, i soldi non esistono e tutti cantano invece di parlare. Dove il primo gesto quotidiano é annaffiare le piante di un nomade giardino metropolitano e dove ci si addormenta grazie al soave cantico di poesie.
Si respira amore in questo sabato d’agosto, lo respiro anche se mi sento tremendamente sola, senza Nati e pensandoti a mille miglia distante, cucinando per qualcuno che non sono io, passeggiando accanto a qualcuno che non sono io. Addirittura io respiro amore, respiro il calore di quel nostro abbraccio infinito, di quell’arrivederci confuso e non portato a termine. Sento vive le pulsazioni dei nostri cuori ed il brontolio del tuo stomaco, sento le tue note sussurrate al mio orecchio, si ripetono costanti e non mi lasciano in pace.
Seduta sull’erba, gambe incrociate, prego, in questa maniera un pò strana come faccio spesso. Prendo fiato ed allontano le energie negative; ti mando il mio profumo attraverso mare, rocce ed alberi. Provo a comunicare con te, ti cerco attraverso le onde sonore ed il meridiano di Greenwich.
Dicono che chi ha Venere in Acquario é inaffidabile in amore, ma che i Capricorno quando scelgono, scelgono. E non a caso. Aspetterò.
Si respira amore in questo sabato d’agosto, lo respiro anche se mi sento tremendamente sola, senza Nati e pensandoti a mille miglia distante, cucinando per qualcuno che non sono io, passeggiando accanto a qualcuno che non sono io. Addirittura io respiro amore, respiro il calore di quel nostro abbraccio infinito, di quell’arrivederci confuso e non portato a termine. Sento vive le pulsazioni dei nostri cuori ed il brontolio del tuo stomaco, sento le tue note sussurrate al mio orecchio, si ripetono costanti e non mi lasciano in pace.
Seduta sull’erba, gambe incrociate, prego, in questa maniera un pò strana come faccio spesso. Prendo fiato ed allontano le energie negative; ti mando il mio profumo attraverso mare, rocce ed alberi. Provo a comunicare con te, ti cerco attraverso le onde sonore ed il meridiano di Greenwich.
Dicono che chi ha Venere in Acquario é inaffidabile in amore, ma che i Capricorno quando scelgono, scelgono. E non a caso. Aspetterò.
Shedding that shroud
IT’S AMAZING ALL THE STUFF YOU CAN SEE WHEN YOU FINALLY SHED THAT
SHROUD
Ani Di Franco
Quando hai irrimediabilmente toccato il fondo, quando hai sfiorato il punto di non ritorno, quando il peso degli avvenimenti ti ha fatto agasciare al suolo, allora riemergi.
Lentamente.
Gli occhi avvolti da languida tristezza, ma felici; perché sai che ora solo puoi risalire, perché ormai non hai più nulla da perdere, perché hai messo tutto il mazzo in tavola.
Ora, tutto ciò che arrivi, ben venga. Quando non hai più nulla, le piccole cose riacquistano importanza. Il sole, un parco, una telefonata, una cena con amici, il sorriso di un vicino.
Esco di casa, sola, ho bisogno di me stessa, armata di carta ed inchiostro, as usual. Sono aperta all’avvenire, sgombra d’ambizioni, aspettative, richieste. Mi sembra arrogante avanzare pretese in questo momento della mia vita, assurdo accampare diritti quando io per lungo tempo non ho voluto dare nulla.
A braccia spalancate, aspetto il destino; a cuore aperto attendo l’imprevisto. Qualsiasi cosa gioverà a quest’anima in pena, qualsiasi tifone andrà bene per rinfrescare quest’acqua ristagnante.
CHE STRANO L’AMORE, L’UNICA NOSTRA FONTE DI SOPRAVVIVENZA E’ CIO’ CHE PIU’ CI AVVELENA.
ODIERNA DOMATRICE
Una lama
con forza ha squartato
sottile, debole
pellaccia.
Un piede
ha scalciato,
s’è fatto spazio
ed ha calpestato
fragili menzogne.
Le mie menzogne,
le mie verità incespicate,
le mie contradditorie sicurezze.
Una spina
s’è intrufolata
con silenzio felino
e leggerezza d’aspartame;
un virus letale
che m’accompagna alla deriva,
in questa discesa
agli inferi della creazione.
Un mago del suono
ha violato
la mia corazza di pienezza assolata,
ha sconvolto i canoni della mia ragione.
La luce ora filtra più libera,
dimentica d’un recente passato d’oscura quiete,
l’aria impregna le imbottiture
di funesta pece.
Ora, come fossi cristallo
devo avere cura di me,
vetro potente ed annientabile.
Annientatore.
Tsunami
delle circostanze,
kamikaze
cristiano,
pratico harakiri d’anime,
costantemente.
M’annullo e mi ricreo.
Indistruttibile
ed indimenticabile;
benedizione percettibile,
ma discreta.
Ti salvaguardo
come una specie in estinzione,
proteggo la belva feroce che sei
domando il fuoco
che accendi in me.
con forza ha squartato
sottile, debole
pellaccia.
Un piede
ha scalciato,
s’è fatto spazio
ed ha calpestato
fragili menzogne.
Le mie menzogne,
le mie verità incespicate,
le mie contradditorie sicurezze.
Una spina
s’è intrufolata
con silenzio felino
e leggerezza d’aspartame;
un virus letale
che m’accompagna alla deriva,
in questa discesa
agli inferi della creazione.
Un mago del suono
ha violato
la mia corazza di pienezza assolata,
ha sconvolto i canoni della mia ragione.
La luce ora filtra più libera,
dimentica d’un recente passato d’oscura quiete,
l’aria impregna le imbottiture
di funesta pece.
Ora, come fossi cristallo
devo avere cura di me,
vetro potente ed annientabile.
Annientatore.
Tsunami
delle circostanze,
kamikaze
cristiano,
pratico harakiri d’anime,
costantemente.
M’annullo e mi ricreo.
Indistruttibile
ed indimenticabile;
benedizione percettibile,
ma discreta.
Ti salvaguardo
come una specie in estinzione,
proteggo la belva feroce che sei
domando il fuoco
che accendi in me.
Monday, 10 August 2009
Vuelvo en 5 minutos que tengo una cosa importante que hacer
Hay una mujer maravillosa de la que hoy ya no queda mucho más que un cuerpecillo pequeño y muchas ganas de irse al cielo. Mi madre hoy se estaba vistiendo para ir a visitarla.
Cuando salía por la puerta me he acordado de aquellos años de colegio cuando los viernes ibamos a su casa. Siempre nos preparaba un plato de palomitas (ponía su sartén con los granos de maiz y tapaba)...era todo un ritual, a mi me encantaba mirarla cuando las hacía y a ella le encantaba mirarnos mientras devorabamos el plato con las palomitas ya hechas. Nos contaba mil historias fantasticas de su vida. Mientras, mi madre iba a hacer la compra semanal a un mercado de abastos que hay justo al lado de su casa.
Cuando salía por la puerta me he acordado de aquellos años de colegio cuando los viernes ibamos a su casa. Siempre nos preparaba un plato de palomitas (ponía su sartén con los granos de maiz y tapaba)...era todo un ritual, a mi me encantaba mirarla cuando las hacía y a ella le encantaba mirarnos mientras devorabamos el plato con las palomitas ya hechas. Nos contaba mil historias fantasticas de su vida. Mientras, mi madre iba a hacer la compra semanal a un mercado de abastos que hay justo al lado de su casa.
Nos dejaba con ella..y para mi era el momento mas bonito de la semana.
He sentido melancolia y muchas ganas de ir corriendo a abrazarla...
He sentido melancolia y muchas ganas de ir corriendo a abrazarla...
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