Vivo all'estero da anni.
Vivo in quartieri marginali
popolati spesso da fantasmi della societa'.
Da persone libere,
che fluttuano tra le righe
delle istituzioni.
Mi ritrovo sempre a vivere in comunita'
di apolidi,
che potrebbero esistere a Londra,
Berlino, Bangkok, New York, Toronto, Roma...
Gente senza patria e senza radici,
senza nome e senza limiti.
Un vivere ai margini.
Pieno, bello, intenso.
Ma che a me personalmente conduce a vivere in una sorta di superficialita', anche se questa non e' proprio la parola adatta..
Definiamolo piu' precisamente
un disinteresse per le masse,
per gli avvenimenti dei piu',
per il mainstream.
Rivolgo la mia attenzione ad una realta' parallela,
incentrata su se stessa.
Ed io sul mio percorso,
sulle mie mezze verita'.
Percorso che spesso porta alla disinformazione.
Voluta, in gran parte.
Voluta, in gran parte.
Si, lo so che il mondo va a rotoli,
il mio paese natale in primis,
ma quando sei il piu' acerrimo nemico di te stesso,
cha fatica lottare anche contro i cattivi del mondo..
Eppure questa disinformazione, questo disinteresse sono determinati
anche da un fattore di sradicamento, soprattutto linguistico..
Sono una linguista, una traduttrice ed inteprete, scrivo, in inglese in italiano in spagnolo..
Il code switching tra le tre lingue che so bene mi viene assolutamente naturale, totalmente spontaneo..
Eppure cio' che e'detto o scritto in italiano
penetra di piu'
Non e' una questione di comprensione.
E' di PENETRAZIONE
che parlo.
E poi c'e'il fattore sradicamento fisico.
Non che sia poi molto attaccata alla mia terra..
Ne sto scappando..
Per Dio, no, sono una zingara!
Ma casa e' casa,
qui sono nata e qui sono mamma e papa',
qui c'e' l'attacamento al reale,
al concreto..
Mentre in terra straniera esisto in un vortice d'emozioni colorate
(anche se a volte grigissime)
che mi distraggono dal quotidiano, persa in questi mondi
di musica, parole, immagini e pittura.
Stupendi.
Ma rimango fuori dal resto.