Sunday, 10 April 2011

Le bambine tristi


C’era una volta una bambina che odiava sé stessa.

Guardava i colori del mondo e se ne innamorava, ma poi piangeva vedendosi grigia nello specchio.

I suoi occhi erano grandi ed intensi e stupendi, ma incredibilmente tristi.

Un giorno, passeggiando, incontrò il vento ed a lui chiese aiuto. Le piaceva come scuoteva le foglie delle palme arrugginite, voleva facesse lo stesso con lei, voleva le scuotesse di dosso il peso dell’esistenza. E funzionò, ma solo brevemente. Dopo le prime emozioni, il cuore della bimba riprese a piangere disperato.

Fino a che non incontrò il sole, si piacquero, si toccarono e si abbracciarono. La bimba amava come il sole scaldava le rocce e l’acqua del mare, come rendeva tiepida l’erba la mattina. Persa nell’abbraccio del sole, dimenticò, ma solo per un poco. Le lacrime tornarono a sgorgare, ad irrigarle le guance ormai prive di colore.

Fu allora che s’imbatté nelle nuvole e fu sedotta dal loro candore. S’innamorò di una di loro, ma non fu ricambiata. La nuvola aveva fretta, andava veloce e non poté permanere. La nuovola era soffice, eppure la tagliò e le provocò una ferita che non poté mai guarire.

Camminando sperduta, una mattina vide un’altra bambina che stava morendo di malinconia come lei. Si guardarono negli occhi e capirono che erano sorelle nel dolore. Non v’era scampo. Si presero per mano e sopravvissero in silenzio.