Monday, 15 November 2010

Der Himmer uber Berlin





E' da troppo tempo che Berlino fa capolino nella mia vita...
Il tedesco, i tedeschi..
Il Tedesco...
si ripropongono con costanza.
Segnali,
a me piace pensare.
Magari non indicano molto, il mio futuro non e',
e difficilmente mai sara', chiaro
(non lo e' neppure il mio presente e per quanto riguarda il passato, anche li' ho i miei dubbi)...
Si, magari non mi dicono molto,
questi segnali, sono solo vestigia del mio passato hippioso,
ma per lo meno mi danno una momentanea direzione,
un temporaneo obiettivo verso il quale navigare,
e non affogare.
Sono segnali che mi fanno ancora battere il cuore al pensiero
che non e' ancora finita,
che la mia situazione,
thanx God,
non e' ancora del tutto determinata.
Questa non e' la mia vita,
non e' quello che mi aspetta,
non e' piu' il mio sogno.
Non scrivo decentemente da mesi,
sono fossilizzata nella mia quotidianita'.
Bella, divertente, facile, eccitante.
Ma quotidianita'.
Same parties, same people, same jobs, same language, same drugs, same fucks.
SAME LIFE.
Se i semi della propria esistenza si buttano
fino ai 30 anni (ne ho 28)
quel che io ho gettato
e' nomadismo...
E forse va bene cosi', forse per alcuni la direzione
e' non avere direzione,
bisogna solo accettarlo.
Per alcuni la liberta' e' non possedere,
e' non mettere radici,
bensi' estirparle.
Quando la familiarita' arriva,
scappa, my friend,
che la confianza da asco.
Nella condanna al movimento e' la nostra staticita'..
Persi in una continua, estenuante, pointless ricerca.

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