Non
potevo far altro che chiederti aiuto.
Per
sputarlo tutto.
Per
rigurgitarlo.
Perché
ho le mani legate e sono in gabbia.
Perché
grondo sangue nero.
Le
narici sono dilatate
e
il cervello sbrodola.
L'essere
umano si adatta al peggio
con
estrema facilità.
La
lama stenta ad affondare,
la
carne delicata e rosea
dopo
tanti colpi
pellaccia
di cinghiale s’è fatta.
Ma
fa male.
Sapevo
che mi avresti aiutata
con
i tuoi millimetri insicuri
le
carezze opprimenti
le
luci spente.
Le
tue verità massacranti.
Grazie
per avermi avvolta nella tua ansia
e
ricordato
che
non sono la sola a barcollare tra i raggiri dell'esistenza,
che
non sono l'unico animale spiaggiato
che
lotta invano
per
dare un senso a questo susseguirsi d'ore ed eventi.
Grazie
per aver accompagnato l'acidità che regna nel mio stomaco.
E
pervade il mio cuore.
4 comments:
Even if all this desperate will to life was just a picture or a memory of a time that is gone, even if in this way the poem is really beautiful. It comes directly to the brain and heart.
è una potenziale lettera che potrei scrivere a me stessa.... a volte mi turbi..
dobbiamo lottare contro l'istinto che ci fa adattare anche alle cose peggiori... finchè abbiamo forza e poesia...
Questa sei tu... Ti abbraccio
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