Saturday, 30 November 2013

Le bambine tristi

C’era una volta una bambina che odiava sé stessa.
Guardava i colori del mondo e se ne innamorava, ma poi piangeva vedendosi grigia nello specchio.
I suoi occhi erano grandi ed intensi e stupendi, ma incredibilmente tristi.
Un giorno, passeggiando, incontrò il vento ed a lui chiese aiuto. Le piaceva come scuoteva le foglie delle palme arrugginite, voleva facesse lo stesso con lei, voleva le scuotesse di dosso il peso dell’esistenza. E funzionò, ma solo brevemente. Dopo le prime emozioni, il cuore della bimba riprese a piangere disperato.
Fino a che non incontrò il sole, si piacquero, si toccarono e si abbracciarono. La bimba amava come il sole scaldava le rocce e l’acqua del mare, come rendeva tiepida l’erba la mattina. Persa nell’abbraccio del sole, dimenticò, ma solo per un poco. Le lacrime tornarono a sgorgare, ad irrigarle le guance ormai totalmente prive di colore.
Fu allora che s’imbatté nelle nuvole e fu sedotta dal loro candore. S’innamorò di una di loro, ma non fu ricambiata. La nuvola aveva fretta, andava veloce e non poté permanere. La nuovola era soffice, eppure la tagliò e le provocò una ferita che non poté mai guarire.

Camminando sperduta, una mattina vide un’altra bambina, con i suoi stessi occhi, intensi e tristi. Stava morendo anche lei di malinconia. Si guardarono e senza una parola capirono che erano sorelle nel dolore. Non v’era scampo. Si presero per mano e sopravvissero in silenzio.



1 comment:

Serena S. Madhouse said...

purtroppo nel dolore gli altri possono essere un sollievo, non la cura...
dobbiamo trovare la parte sofferente di noi e avere il coroggio di guardarla negli occhi e prenderla per mano...
così come fa la tua "bambina triste"...
Brava Sunshy..

;*