Monday, 18 May 2009
SOMETIMES THE WORLD JUST RUNS TOO FAST...
Il bisogno di aprire un altro capitolo. Di esporre questa scrittura continua, che fuoriesce di getto, che e' liberazione. Agli occhi altrui potrebbe sembrare una mera accumulazione di pensieri adolescenziali. Forse. Ma sono io. A 27 anni sto iniziando a capire ciò che voglio, magari sono pure sulla giusta strada per scoprire ciò che sono.
Ho approdato sul territorio inglese, a questa vita che corre a mille all’ora, a questi visi strani, a questo continuo rumore. Ed ho sempre Ani nelle orecchie, sempre lei ad accompagnare la mia gioia ed il mio dolore, le mie vittorie e le mie sconfitte, le giornate di sole ed il freddo dell’inverno e del cuore. E mi chiedo perché le canzoni parlano meglio di me, perché tirano fuori questo magone che io reprimo nell’esofago? Perché raccontano come io non so fare? Come è possibile che qualcuno senta esattamente ciò che provo io e perché diavolo riesce ad esternarlo meglio di me?
Io non riesco ad esternarmi, a volte. A volte soffoco di me stessa, di queste parti mie che vogliono uscire e non posso aiutarle. Vorrei tirarle fuori lentamente e dosarle, centellinare il mio Io perché sia più accettabile, ma riesco solo a vomitarlo a chili nei momenti in cui ho più bisogno di me. Si, ci sono momenti in cui mi necessito e invece di rannicchiarmi come un feto cresciuto e conservarmi tutta per me, mi espando cercando di ritrovarmi all’esterno di me stessa. Inutile dire che è impossibile. Preferirei implodere. Se potessi, sceglierei di essere gelosa della mia essenza anziché porgerla ad un mondo incapace di coglierla, troppo affannato su sé stesso per penetrare la verità delle cose.
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