Tuesday, 16 June 2009

IGNORANCE IS BLISS




Adoro Francis Bacon. Ogni volta che mi trovo di fronte a un suo quadro, nasce qualcosa dentro di me. Si muove tutto. Nelle sue figure riesco a carpire l’essenza dell’essere umano. Le facce distorte, i corpi piegati, le ferite dell’esistenza. I colori sbiaditi, le smorfie di panico. Esseri umani che sembrano vivere con un coltello puntato alla gola; spine dorsali flessibili alle tempeste del rancore. Nessuno di loro ha occhi, perché nessuno vuole vedere, sono troppo fredde le tonalità dei cuori altrui. Meglio rimanere nella cecità, invece di essere capaci di percepire il vuoto.
Francis Bacon aveva capito tutto, aveva un terzo occhio rivolto alla faccia della terra. Aveva capito lo strazio, l’inerzia, l’inutilità del respirare. Ma non si era rassegnato, tra il beige delle anime riusciva ad intravedere il giallo fluorescente che questa vita ci costringe a tappare. Aveva capito che tutto é una tragedia, ma che vi sono mille maniere di relazionarvisi; aveva capito che siamo su di un palcoscenico e gestiamo noi le redini del gioco, che l’esistenza é atterrante, ma la si puó rendere meravigliosa in un click.
Francis Bacon é chi piú di ogni altro mi fa riflettere sulla condizione dell’essere umano, su questo cane randagio che é la nostra razza, quest’essere pieno di pulci che si zeppa di profumi costosi. Francis Bacon m’apre gli occhi, ma mi amareggia il cuore. Mi riempie di consapevolezza e mi fa male, perché a volte non voglio essere consapevole. Ignorance is bliss, miei cari spettatori.
Tappatevi gli occhi e sarete meravigliosamente felici. Tappateveli e sorridete. Spegni il tuo cervello, amico. Uccidi i tuoi sensi e la serenità arriverà, repentina.

Londra, Tate Modern Gallery, davanti a Three Figures and Portrait di Francis Bacon

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