La storia si ripete.
Ho appoggiato il mio sedere sul sedile di quest'aereo neppure un minuto fa. I sware. E la mia mente s'è già tramutata in un arrestabile, giocondo vortice di emozioni e progetti. Poesie, traduzioni, quadri, foto che s'affollano nella mia mente.
Quando spostarsi è prendere aria, rinascita temporanea.
Non posso fare a meno di paragonare il mio stato d'animo attuale a quello con cui partii a fine giugno. Allora, l'orlo della crisi di nervi, 2 mesi di quasi-depressione alle spalle, la paura di non farcela. L'impossibilità di vedere una via d'uscita. Un'esistenza che era un buco nero.
Ora, mi sento forte. FORTISSIMA. Ma non come la sono a volte, che mi sento dea in terra per periodi d'infinitesimale brevità per poi riatterrare comune mortale con uno schianto da paura. Ora mi sento forte-umana; cosciente delle mie debolezze, delle 1000 cose che non vanno in me ed attorno a me. Ma sento che ho la forza per cambiarle.
So d'essere un disastro vagante e so che ciò non può andare avanti a lungo anche se mi fa tenerezza questa bimba alla deriva che prova ad esser donna responsabile e non ce la fa. Questa ragazzina che va e rema e va veloce, ma mai sa dove sta andando; che ha perduto la rotta tanto tempo fa, che ha bruciato la mappa con il percorso da altri tracciato per raggiungere il tesoro. Ho boicottato ogni GPS, ho spento il motore ed ammainato le vele. Mi son buttata in acqua, che sia la corrente a guidarmi, ora.
Non ricordo in quale porto ho salpato l'ancora, non so in che acque sto navigando e m'è oscura la riva alla quale approderò. Ma non ho paura, preferisco le vibrazioni dell'ignoto alla frustazione di obiettivi sfumati.
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