Wednesday, 21 October 2009

Della poesia e delle pene....

CHE ROMPO I CANONI, QUESTO E’ QUEL CHE SI DICE DELLE MIE POESIE.
SINCERAMENTE, QUESTA NON E’ LA MIA COSCIENTE INTENZIONE, NON E’ A QUESTO CHE PENSO QUANDO SCRIVO. IO SCRIVO E BASTA. ESPELLO CIO’ CHE HO DENTRO AL RITMO DETTATO DAL MIO CERVELLO.

PERO’ SI, DEVO AMMETTERE CHE SONO STUFA DI APRIRE LIBRI DI POESIE SCRITTE AL GIORNO D’OGGI CHE DECANTANO LA BELLEZZA DEI FIORI IN PRIMAVERA, DI CUORI FELICI DAVANTI STRUGGENTI TRAMONTI, UOMINI INCANTATI DAGLI OCCHI DELL’AMATA, ODI ALLA VITA. LEGGO ‘STA ROBA E MI SI RIMUOVONO LE OVAIE, MI CADONO AL SUOLO! MI SORPRENDO PERCHE’ SEMBRA CHE I MIEI CONTEMPORANEI VIVANO IN UNA SOCIETA’ DIVERSA DALLA MIA, MOLTO PIU’ ARMONICA ED IDILLICA DI QUELLA CON CUI OGNI GIORNO SONO COSTRETTA A FARE I CONTI.
QUINDI, POSSO DIRE CHE IL MIO NON E’ ESATTAMENTE UNO SCONVOLGERE I CANONI. A ME PIACE LA TRADIZIONE, APPREZZO I CLASSICI, HO AMATO LEOPARDI, PASCOLI E MILLE DEI GRANDI, LI CONTINUO AD ADORARE ED E’ PERCIO’ CHE NON VOGLIO CHE I MIEI VERSI SIANO UN MERO, RIDICOLO SCOPPIAZZAMENTO DELLA PAROLE DI GENI PASSATI (ED ATTUALI). QUANDO SCRIVO PROVO AD ESSERE ME STESSA, A RIBALTARE NEL TESTO LA MIA CONDIZIONE DI GIOVANE DONNA NATA IN OCCIDENTE IN EPOCA MODERNA, CON I MIEI LIMITI E LE MIE IRRISOLVIBILI CONTRADDIZIONI, INVECE DI RIFUGIARMI DIETRO PRECETTI STABILITI SECOLI FA, CHE NON MI APPARTENGONO, AI QUALI NON SONO CAPACE DI ADERIRE NEPPURE CON IL MASSIMO DELLO SFORZO.


CREO, DUNQUE, IL MIO DI CANONE. E’ NECESSARIO DERAGLIARE SE VOGLIAMO CREARE QUALCOSA DI NUOVO. NON VI E’ PROGRESSO SENZA DEVIAZIONE DALLA NORMA!

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