Il sole prosciuga l’umidità annidatasi nelle ossa, il vento scaccia lo smog insediatosi sulla pelle, lo rimpiazza con salsedine. Leggo Anne.
Tutto perfetto, se non fosse che la cavità tra le mie cosce soffre d’assenza. Pulsa e ti chiama, mi domanda dov’ è quel muscolo che, forte, si alza e spinge. Esige risposte.
Questa fessura è così aperta, così vuota, brucia come fosse ferita. Reclama carne. Pretende odori e sapori.
Non vuole il passaggio furtivo di stanieri. Ha ben chiaro il profilo del visitatore che brama. E la sua consistenza. In tua assenza, la mia vagina vuole diventare territorio vergine, mai esplorato, si sente violata da tentativi impacciati di breve serenità.I miei seni sono così statici che stanno invecchiando. Necessitano le tue unghie, le labbra viscide, la tua saliva aromatica. Questo corpo sembra giacere morto senza le feste che gli sai fare.
Vorrei poter sussurare al tuo lobo sinistro:
TUFFATI IN QUESTA POZZA DI VISIBILIO,
AFFOGA NEL MIO DESIDERIO.
FATTI STRADA DENTRO ME.
RIMANI.
SCOPAMI FINO AD ANNULLARMI.
POI ENTRA NUOVAMENTE, PER RIGENERARMI.
2 comments:
Esplicita! Comunque mi sa che siamo più o meno sulla stessa barca... La distanza fa questo effetto :)
madre mia! mannaggia alla distanza!!!!uccide
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