Friday, 6 December 2013

Humans, encore

My dear friends,

"Humans" has been performed again, this time at Velvet Tongue, one of the best literary events in London.

And here you can see a lot of new images!
 pic by Car Chamberlain



 Pics by John Abdn



Pics by Carl Chamberlain

Thursday, 5 December 2013

8 DAYS WITHOUT YOU- DAY 6

November 15th

"la poesia ha bisogno di vita"

I lychee mi ricordano la placenta di gatto
i cachi il silenzio della mia infanzia
per questo adoro i secondi 
e sono disgustata dai primi.

Forse è vero che sono un po' pazza
come mi dici tu, amore.
Come quella volta che eravamo in nave 
verso Dublino
ed io ho detto
non ci salgo su quel treno 
io rimango qui
mi dispiace non posso continuare
e tu non volevi lasciarmi a Dublino
volevi portarmi a Belfast con te 
dalla tua famiglia
ed io non sapevo perchè 
ma non volevo venire.

Ma tu sei riuscito a convincermi
a salire su quel treno 
perchè tu sei l'unico che sa come prendermi
ed è per questo che ti amo
perchè sai sempre come agire con me.
E su quel treno per Belfast abbiamo iniziato a bere
Vodka Tonic io
Whiskey liscio tu
e arrivati a Belfast siamo andati al primo albergo 
e mi hai portata in giro per la tua città
della quale non ricordo nulla 
perché ogni tappa era un Vodka Tonic
o un whiskey liscio
ed io quella settimana ero proprio strana
perché tu hai fatto una battuta 
ed io ho iniziato a piangere 
perché mi dicevi sempre che ero bella
ma mai un commento sulla mia intelligenza
e piangevo perché pensavo mi trovassi
attraente ma sciocca
e forse in quel periodo un po' sciocca la ero
un po' fatua
a volte ho periodi così
forse per scrollarmi di dosso il peso dell'esistenza 
grazie al cielo sono brevi
anche se sì,
devo dire che ero più carina in quel momento.

E forse si un po' pazza la sono.





Saturday, 30 November 2013

Le bambine tristi

C’era una volta una bambina che odiava sé stessa.
Guardava i colori del mondo e se ne innamorava, ma poi piangeva vedendosi grigia nello specchio.
I suoi occhi erano grandi ed intensi e stupendi, ma incredibilmente tristi.
Un giorno, passeggiando, incontrò il vento ed a lui chiese aiuto. Le piaceva come scuoteva le foglie delle palme arrugginite, voleva facesse lo stesso con lei, voleva le scuotesse di dosso il peso dell’esistenza. E funzionò, ma solo brevemente. Dopo le prime emozioni, il cuore della bimba riprese a piangere disperato.
Fino a che non incontrò il sole, si piacquero, si toccarono e si abbracciarono. La bimba amava come il sole scaldava le rocce e l’acqua del mare, come rendeva tiepida l’erba la mattina. Persa nell’abbraccio del sole, dimenticò, ma solo per un poco. Le lacrime tornarono a sgorgare, ad irrigarle le guance ormai totalmente prive di colore.
Fu allora che s’imbatté nelle nuvole e fu sedotta dal loro candore. S’innamorò di una di loro, ma non fu ricambiata. La nuvola aveva fretta, andava veloce e non poté permanere. La nuovola era soffice, eppure la tagliò e le provocò una ferita che non poté mai guarire.

Camminando sperduta, una mattina vide un’altra bambina, con i suoi stessi occhi, intensi e tristi. Stava morendo anche lei di malinconia. Si guardarono e senza una parola capirono che erano sorelle nel dolore. Non v’era scampo. Si presero per mano e sopravvissero in silenzio.



HUMANS IS BACK

On Monday, my performance 
"Humans" 
is back.

At 
Velvet Tongue
Bar Kick, 127 Shoreditch High Street  E1 6JE 

FROM 7.30 PM


Monday, 18 November 2013

8 days without you- day 6

November 14th


"We die in proportion to the words we fling around us"
Emile Cioran
Prima amavo viaggiare,
saltare da un aereo all'altro
mai un mese di fila a Londra,
poi ti ho conosciuto e le partenze 
sono diventate uno strazio
anche se non sempre sei tu quello che lascio
a casa manco c'eri.
Eppure sto male.
Comunque e' sempre bello tornare a casa,
anche se questa, 
a dire il vero, 
casa mi anon lo e' mai stata.
Il dolore forte mi fa venire da vomitare.
Io e mio papa' siamo simili
silenziosi e assorti.

Saturday, 16 November 2013

8 days without you-day 5

November 13th
"My mouth blooms like a cut."
The Kiss, Anne Sexton

Eppure sono felice.
E' una sfida continua
che mi 
esaurisce,
ma la gioia di vedere che sfreccio
tra un obiettivo e l'altro
mi rende orgogliosa.
Poi ogni volta che penso a te
la bocca fiorisce in un sorriso.
O in un taglio.
Forse dovrei spegnere il cervello,
dovrei cercare le radici
e tradurle.
Mi manchi ma mi piace anche 
stare da sola
perchè penso di più.
Non tornerei indietro neppure morta. 

Thursday, 14 November 2013


Cari lettori ,
 questo fine settimana, a partire da domani ,sarò

al Pisa Book Festival  con il mio Editore 
Arpeggio Libero 
qui il link per vedere la mia 

Wednesday, 13 November 2013

8 days without you- day 4


November 12th



 "Catch me- I'm your disease"
Anne Sexton 18th December 

Adoro le piante che si inchinano verso la luce.
Sono cosi' sagge
nel cercare cio' che loro giova.
Mica come l'essere umano
che fa di tutto per autodistruggersi.
E poi andiamo in giro dicendo
d'essere la specie piu' intelligente. 
Il quarto giorno senza te 
e mi cade addosso il mondo  
eppure non e' dovuto alla tua assenza 
anche se so che mi aiuteresti a reggerlo un pochino meglio, tu.
In bocca ho una mongolfiera
la faccia gonfia come un tricheco.

Ora esplodo. 

Tuesday, 12 November 2013

8 days without you- Day 3


November 11th
"Down by the brook
frogs freeze like chessmen and can't be seen
and you are gone, my stranger".

Anne Sexton, December 6th 

Che tristezza 
questo dare la priorita' al corpo
come
se null'altro avesse importanza.
A volte sono felice
di essere sola,
mi sembra di essere 
in una continua lotta contro il tempo
per fare cosa, poi?


8 days without you- day 2

November 10th
"No. Not really red,
but the color of a rose when it bleeds."

Anne Sexton   Song for a  Red Nightgown  

Il secondo giorno 
era piu' limpido 
ma non meno infestato da batteri.
Il dolore martellava
la testa una disperazione.
Come puo' un elemento cosi' piccolo 
provocare tanto dolore?
Una promessa e' una promessa
anche se fatta a te stessa.
Che non sono James Joyce 
anche se in una sorta d'esilio ci vivo.
Solo mi si accumulano nella mente
le cose che vorrei fare e dire e non posso.



Sunday, 10 November 2013

8 DAYS WITHOUT YOU- day 1

Un omaggio ad una delle mie poetesse preferite, Anne Sexton, che scrisse 18 days without you, e allo stesso tempo una preghiera , con la speranza di tornare a scrivere con la stessa frequenza ed intensita' che ho perso da un po'.


November 9th 
                                              The hemlocks are the only 
young thing  left. You are gone.

La cicuta e' la sola cosa
giovane che resta. Te ne sei andato. 

Anne Sexton

Piangevano i silenzi
mentre ciechi annegavano gli aironi.
Gli aironi.
Io non so che facevo
gridavano i treni
lasciare il caldo delle tue cosce
il profumo del tuo sudore
il rumore.
Hai un'ora
una 
piu' la notte.
E le ali
e i confini da varcare.
Devo solo aprire
aprirmi come cocomero
devi solo andare 
come un limone.
Dicono che quando stai per morire
ti scorre l'intera vita davanti
vedo ogni momento 
anche il dottore
qualche anno fa.
Vorrei passare una vita 
a morire d'emozioni
vorrei passare e dimenticare.
Gli inglesi dicono sempre 
"You alright" invece di "Hello"
non ho ancora imparato
a non rispondere.
La poesia diventa un diario e viceversa.
Non fa male come faceva
e questo mi fa male, 
non ho piu' le epifanie di una volta.
Tac! ed era fatta
cambia una virgola 
cerca un sinonimo
ed ecco il capolavoro
non succede piu'.
Poi ti rendi conto che fa schifo.
Nove novembre
oggi e' iniziato l'inverno.
Un paio di settimane fa 
sono andata al ristorante cinese
con il mio amico Ruben
ci hanno dato un Fortune Cookie
il mio messaggio diceva
"You can't go back, go forward"
ed ho pianto.
Stamattina mi hai maledetto perche'
sto andando a Colchester 
e tu odi quella stazione 
per motivi che ricordiamo bene 
e poi hai riso 
quando ho detto
"In my humble opinion"
perche' credi che di umile in me
ci sia ben poco.
Proud Sicilian
mi chiami eppure vengo dal nord.
Anche se capisco che 
l'orgoglio
la gelosia
gli occhi neri 
e i fianchi larghi
non danno proprio l'idea di settentrione.
A volte penso alle cose 
che ho detto e fatto
e molte vorrei cancellarle,
ma se le cancellassi forse 
le farei o direi di nuovo
quindi e' meglio lasciare tutto com'e'.
E' stato un altro autunno caldo
come quando ci siamo conosciuti,
ma oggi e' iniziato l'inverno
oggi e' il primo giorno senza te 
e lo giuro su quel Dio 
a cui non credo 
che scrivero' ogni giorno.
A volte leggo versi 
che mi rimangono dentro e poi 
non ricordo chi li ha scritti
io o qualcun altro.
E ora non voglio scendere da questo treno. 

Monday, 4 November 2013

Wednesday, 16 October 2013

duo

Oh blind heron
lies suffocate love
while the seagulls are drowning
a tumour
grows
inside
and waters bleed
in a noose.

I give up.





Oh, airone cieco
le bugie
soffocano l'amore
mentre annegano i gabbiani
cresce
un tumore
dentro
le acque si sciolgono
in un cappio appeso.

Io, arresa.



Tuesday, 15 October 2013

Crippled Venus


I came
to ask for your help.
To spit it all
to regurgitate it
because my hands
are tied
in this cage
and I am dripping
dark blood.
 I came
because I knew
you’d help me
with your insecure millimeters
your oppressive caresses
your slaughtering truths.

I knew
you’d wrap me
in your anxiety
and remind me
I’m not the only one
staggering among the swindles of existence,
not the sole stranded animal
who vainly struggles
to give sense
to this sequence of hours and events.

I came 
to ask you to usher the sourness
that reigns in my stomach.
And permeates my heart.


































Sunday, 13 October 2013

SHE'S NOT DEAD

Scomparsa ancora una volta,
ancora una volta, ritorno.

Lord
The cage has become a bird
and has flown away
and my heart is crazy
because it howls at death
and smiles behind the wind
at my ravings

What will I do with my fear
What will I do with my fear

Saturday, 13 July 2013

st.mary's, ascot



E' bello scoprire che ancora esiste l'estate, ed ancor di più notarlo qui, al limitare di un boschetto mentre una lepre saltella.
Sono appena arrivata e già ho trovato un luogo del cuore, seduta al davanzale guardo i prati e scrivo, mentre vivo una traccia di quei sogni sognati da bambina, di collegi di sole ragazzine nelle campagne inglesi, anche se un po' diluiti.
Il solo semplice fatto di aver buttato giù poche righe dopo tanto tempo è un buon segno, o forse è solo che ho finalmente qualcosa di nuovo da raccontare.


Friday, 14 June 2013

humans

ieri sera c'e' stato un terzo remake di Humans, questa volta al pub The Flying Dutchman , un locale "storico" per quanto riguarda la performance art a Londra.
ecco le prime foto!

Sunday, 9 June 2013

a volte ritornano!

JET SET

Non avete idea
di quanto sia noioso
stare seduti ad un tavolo
ad ascoltare conversazioni
sul nuovo orologio di Patek Philippe
su come fare pubblicità su Vogue
o di private banking.

Vorrei avere il coraggio
di sbronzarmi
fino a predere i sensi
e vomitare la mia rabbia su queste camicie bianche
per poi svanire lentamente.

Vorrei essere folle abbastanza
da spogliarmi
saltare sul tavolo
e gridare a questa gente
che il denaro può comprare tutto
ma non la salvezza,
che viviamo tutti nello stesso inferno.

E invece,
me ne sto seduta
a scrivere questi neanche troppo ispirati versi
scolandomi il quinto bicchiere
di un eccellente rosé,
ubriacandomi in silenzio.

E ci si sente bene
ad essere avvolti
dall’acida patina dell’intossicazione.
Oh Dio! Se ci si sente bene

malgrado tutte le stronzate dette. 

Saturday, 4 May 2013

pensieri in volo



Ogni volta che volo penso a quanto siano incoscienti questi esseri umani che sfidano ogni legge in nome della curiosità. Questa specie boriosa e fiera che si arroga ogni diritto, anche quello di possedere ali quando la natura non gliene ha donate. Queste creature che vogliono tutto, ora e pure perfetto.
"No one laughs at God when the plane starts to uncontrollably shake" dice Regina Spektor. E quant'e' vero! Non importa con quanta frequenza voli, io non riesco mai a stare tranquilla, divento bianca ad ogni scossone, anche se immersa nelle più' accattivanti delle letture. Ed ogni perturbazione  mi ricorda che si, che essere li sospesa in aria nelle mani di chissà chi viaggiando a velocità strepitose per essere dall'altra parte dell'Europa in poche ore e', in fondo, folle tracotanza.


Wednesday, 10 April 2013

Friday, 15 March 2013

recensione di Infezione

Lorenzo Spurio, scrittore, poeta e creatore della rivista letteraria Euterpe ha pubblicato sul blog Letteratura e Cultura una bellissima recensione del mio Infezione che riporto di seguito.

“INFEZIONE” DI SUNSHINE FAGGIO, RECENSIONE DI LORENZO SPURIO

Infezione
di Sunshine Faggio
prefazione di Luciano Recchiuti
Arpeggio Libero Edizioni, 2012
ISBN: 9788897242246
Pagine: 104
Costo: 12 €
 
Recensione di LORENZO SPURIO

Dall’altezza della tua perfezione
non è facile capire me
che agonizzo
nel mio guscio d’inadeguatezza.
(Da “Guscio d’inadeguatezza”, p. 49)

Fronte InfezioneLe poesie di Sunshine Faggio, toscana emigrata a Londra, funzionano come un pugno allo stomaco per la loro carica di energia e il loro linguaggio violento, crudo, e a tratti anche ossessivo. O forse si dovrebbe dire che funzionano come una pugnalata alle spalle, perché producono sì violenza e vanno dritte al sodo, sviscerando formalismi o qualsivoglia orpelli della poesia “barocca”, ma arrivano improvvise e certi versi “dolorosi” e spietati arrivano proprio mentre meno ce l’aspettiamo.
La poetessa è una narratrice del disagio, del senso d’in-appartenenza al mondo, della scissione continua del suo io e un’anima alla continua ricerca di sensi, significati ed emozioni. E’ in questo percorso cupo e a tratti angosciante in cui il vitalismo sembra essere il peggior nemico che Sunshine Faggio ci parla di violenze, rapporti sessuali feroci, sadomasochismo e ipotesi di suicidio (“Dall’alto/ ho guardato le rotaie,/ erano accoglienti,/ invitanti”, in “Contemplazione”, p. 15). C’è, infatti, una lirica dedicata alla grande Sylvia Plath, celebre scrittrice americana che si diede la morte all’età di trenta anni.
Il titolo, incisivo quel tanto che basta ad incuriosire il lettore a sfogliare questo libro, è la summa dei contenuti delle varie liriche che ci mostrano un mondo caduto nei suoi stessi recessi, quasi allucinato e degradato non tanto a causa dei drammi della società (non si parla di povertà, di violenza sociale), ma in quanto il singolo è portato a prendere narcisisticamente e quasi in maniera nolente decisioni su comportamenti discutibili e per se stesso traumatici.
E’ una poesia intimistica e non intima, personale, e sofferta che fa utilizzo di un linguaggio urlato per dar voce a sevizie e inganni del presente. Non sono, però, urla in cerca di un aiuto, né tentativi di appello; sembrano essere, invece, grida di liberazione, di scaricamento delle troppe energie accumulate, come un doloroso rito di passaggio.
Chi urla lo fa o per intimare al pericolo, o per richiamare l’attenzione.
Ci sono, però, anche persone che come la Faggio, urlano per se stesse. Per riaffermare al presente di “esserci” e di ristabilire un rapporto con il tutto.
E se il prefatore , Luciano Recchiuti, parla di dark side per riferirsi a questa componente carnale e morbosa presente nella poetica della Faggio, a me piace poter parlare di deviant art: la poetessa si spinge ai margini dei limiti, sfiora l’abisso, conosce l’oltre, ma alla fine decide sempre di rinunciare a quel passo estremo verso l’altro (mondo), perché forse, anche se non si penserebbe, un briciolo di vitalismo è presente in lei.
Dalle liriche fuoriesce violenta un’esasperata lotta tra Eros e Thanatos, la convinzione che il male (inteso in senso esteso) sia ormai componente inscindibile dall’uomo, ancor più del suo contrario, come osserva nella lirica che apre la raccolta: “L’essere umano/ ha bisogno/ di farsi del male” (p. 11). Ma perché il bisogno del dolore e della violenza, dei soprusi e degli odi? Forse perché è la componente animalesca ed egoistica dell’essere umano che padroneggia sulle nostre sfere emotive, sui nostri comportamenti e, come nel più cupo pessimismo, anche nell’azione più bella, spensierata o goliardica, c’è immancabilmente qualcosa che tende all’infelice, all’inumano, al viziato.
Per citare Pavese, “le parole sono pietre”, ma nel caso della Faggio bisognerebbe dire “le parole sono lame” e molto acuminate, anche. L’intera silloge è sostenuta da sprazzi di inaudita violenza (non solo dei comportamenti umani, ma anche delle manifestazioni atmosferiche) quasi che ogni cosa, vista dagli occhi della poetessa, debba per forza accadere nella sua forma iperbolica, smisurata, violenta ed esasperata; ed è per questo, forse che il sole è “bruciante” (p. 13), la speranza non è altro che un “massacro” (p.13), le immagini sono “distorte” (p. 13) cioè allungate,  deformate, perché è la realtà ad essere allucinata, e ancora scrive di “lemmi lancinanti” (p. 17), “sinestesie del non ritorno” (p. 17) e di “roventi stelle” (p. 65)
Immagini di violenza subita, di percosse date e, immaginiamo, di liti tumultuose nelle quali le mani fanno seguito alle parole urlate sono presenti in vari versi: “Aborro/ quest’ombra scura/ insediatasi sul mio viso,/ le macchie sanguigne/ che non danno tregua” (in “Anima ed anima solo”, p. 41), “spina dorsale frantumata” (in “Colonna rotta”, p. 45), i “lividi neri sul collo” (in “Messa di Natale”, p. 61).
Linguaggio incisivo, acuminato, che si dispiega sul foglio come spastici fendenti, come mosse inconsulte dettate da irragionevolezza, istinto brutale e forse anche un po’ di vigore giovanile.
Ed è sicuramente la sfera semantica che fa riferimento al mondo del sesso che la Faggio utilizza spesso nei modi più vari per intendere materialmente quello che la parola, anche scurrile, suggerisce, ma per evocare significati anche più estesi che concernono il bisogno dell’io poeta di rapportarsi al mondo: “Mi sono svuotata/ affinché il mondo/ possa riempirmi,/ inseminarmi dei suoi colori” (in “Lisbon Story”, p. 27).
L’atto sessuale si configura così come un senso di supremazia e onnipresenza che consente alla poetessa di illudersi di poter gestire tutto e allo stesso tempo di sapersi perdere nei sentimenti, quasi ad annullarsi: “Vorrei possederti per sempre./ Fino ad aver schifo di te.” (p. 29): in questa poesia l’atto sessuale apparentemente sembra privato di una qualsiasi connotazione erotica dell’amore, e questa intuizione viene poi riconfermata dal secondo verso in cui il troppo amore finisce per diventare noia, ribrezzo e fastidio. Pensieri che in un’altra lirica rivolta all’amato fanno dire alla poetessa con un linguaggio viscerale e quasi nauseante: “Ti voglio vomitare” (p. 31).
Ma è normale e direi non scontato che una poetessa giovane del nostro periodo storico utilizzi il tema del sesso nella sua poesia, sviscerando immagini anche forti delle quali non sente il bisogno di vergognarsene o di mitigarne la descrizione: in “Catarsi” si parla di un “incesto [che] non è mai stato così dolce” (p. 53) mentre in “Silent Room”, l’amplesso tra due amanti (che in un’altra lirica viene definito come “Apocalisse d’odori e gemiti”, p.57) ha luogo sotto gli occhi di tutti mettendo in luce, dunque, una qualche vena voyeuristica: “ e la folla attorno/ esaminandoci/ come fossimo nulla più/ di una performance” (p. 55), quasi ad intendere che l’atto del movimento meccanico e la gratuità delle immagini facciano delle due persone, degli attori di una scena da impersonare.  In “Messa di Natale” la poetessa descrive un rapporto odioso, perché violento e traumatico nel quale lei si paragona a una “bambola malleabile” (p. 62), ma allo stesso tempo di questo rapporto distorto non può farne a meno e lo ama, lo desidera.
Ciò che pervade nella lirica è la convinzione che ci sia il bisogno di cambiare perché questa vita monotona e stancante che spesso fa i conti con un passato doloroso e sempre presente è invivibile. Le persone e i posti attuano su di noi un cambiamento e noi, giorno dopo giorno, siamo chi gli altri vogliono che siamo. C’è un pizzico di desolazione misto a un senso di sfruttamento che, amalgamati insieme, “regalano” all’uomo d’oggi l’insofferenza e l’inadeguatezza nel condurre la propria vita senza sentirsi malato, infetto, degradato, usurpato, battuto o sfidato:

Dopo che tutto è filtrato
in profondità,
bisogna avere ogni giorno di più
per tornare a percepire la realtà
con tanta forza (p. 83).
(scrittore, critico-recensionista)
JESI, 14-03-2013
E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE LA PRESENTE RECENSIONE SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTORE.

Tuesday, 5 March 2013

afa e sangue

che
le sirene lontane non debbano
a te il loro fragore
in una notte d'afa e sangue insonne
imploro
cerco la cura
per l'avvenire
me stessa
ed il verbo che affoga.
e' nel tacere che avvampa
l'alito dell'errore,
quieto mi parla
spiega:
sei fatta di fuoco, mia signora,
ma inchinati al perdono
sposa cadavere.
esigilo e donalo
in quell'alba d'amore alla quale ti risveglierai.

Monday, 4 March 2013

ON ART

Un altro consiglio artistico da offrirvi cari lettori!

INAUGURAZIONE
Domenica 10 Marzo 2013 - ore 18.00

di

COPPIE IMPERFETTE
di Giovanni Palmieri
Mostra personale

“L’imperfezione è una condizione e quando due imperfezioni si uniscono nasce una coppia che tende all’equilibrio. Tutto ora vuole essere troppo regolare ed invece dalla mancata perfezione è nato tutto.” Giovanni Palmieri


Organizzazione
Andrea Alessio Cavarretta
KIROLANDIA frida.artes sezione artistica Curatrici
                                                                                   
Curatrici
Annalisa Laghi e Lucia Paolantonio
                                                                                      La Città che sale

Saturday, 2 March 2013

hypsteria

Carissime/i,

vi consiglio di dare un'occhiata a questo sito, 
con bellissimi quadri fatti dal mio caro fratello

Thursday, 21 February 2013

INTERVISTA

Carissimi e Carissime, 

ieri mi e' stata fatta un'intervista 
che potete ascoltare 
se volete avere qualche idea in piu' 
di come scrivo e perche' scrivo.

Buon ascolto!!!