Saturday, 16 May 2009
BURBUJAS
Bolle. Esplodono ed inizi a fluttuare.
Bolle. Esplodono e rimani nello spazio.
E soffochi, e non hai più la tua aria, si è mescolata con la loro.
Bolle. Corazza permanente di un Io cancellato,
pensieri dimenticati che si fondono nell’essenza dell’essere.
Bolle sporche e consumate,
che abbandonano desideri reconditi ed incompiuti,
bolle trasparenti che lasciano intravedere il peccato.
Bolle amare e dai colori spenti,
che ingabbiano pensieri dolorosi.
Bolle di fantasia, di aspettative e di passato;
bolle di plastica, vetro, sapone e cristallo consumato.
Bolle di me, di te che non ci sei, di frutta marcia e borse bucate
dalle quali perdi pezzi di vita.
Di vita che non c’è più,
fardello che porta all’incompiutezza di un presente lontano.
Mi manca ossigeno fuori dalla mia bolla, son perduta se non ne posso toccare le pareti, se non ne sento la puzza di rancido, quell’aria viziata necessaria al mio panico quotidiano.
Il mondo fuori è talmente colorato
che m’abbaglia fino alla cecità;
preferisco buio a questa luminosità che non appaga.
E se la verità non esistesse?
Non è forse meglio la reclusione nelle proprie piccole bugie?
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