Wednesday, 13 May 2009

carlos y la casa okupa

Sento il bisogno
di ritrovare il senso
di un’esistenza che,
davanti ai miei occhi,
lo sta perdendo.
Che male al cuore
un’altra volta,
che fitte alle budella.
Sto diventando
una spirale di polvere scomoda,
un turbinio inutile,
un accumulo di disillusioni.
Sono una speranza perduta,
un rifiuto di me stessa,
uno scarto di emozioni.
Seduta,
ascolto.
Sperando di trovare
nel suono
una via d’uscita a questa situazione fastidiosa,
a queste risa lontane,
a quest’ambiente
con il quale
non riesco ad andare
a piedi pari.
Mi guardo
e mi vedo così assurda,
vuota d’allegria
e priva di dolore,
con tanti pentimenti
e poca speranza.
Il mondo,
coltello affilato;
le persone,
mi provocano vomito;
mi sembra rubino
il mio
già ristretto
spazio vitale.
T’avvicini e mi viene la nausea,
guardo l’altro
e mi viene la nausea;
le ombre intorno a me
mi strappano la mia luce.
Che grigiore mi state provocando,
anime che, in altri momenti, siete la mia luce.

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